SCUOLA - Quando “ribbellarsi è giusto” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

SCUOLA – Quando “ribbellarsi è giusto”

Mobilitazione nelle scuole, dopo il Virgilio occupati Socrate e Newton

 “Ribbellarsi è giusto”, una scritta sbiadita sul muro di uno dei licei storici della capitale.il vistoso errore è diventato storia. Tempi eroici cantati da Venditti in modo magistrale. Paradossalmente era meglio allora, la scuola era una cosa vera. Scomoda, arretrata, ma non si può negare che funzionasse e che tutti le dedicassero un po’ di attenzione. Era più facile studiare ed essere alunni, discenti. Si occupavano gli istituti, in un clima eroico che fa sorridere. Ammettiamolo, oggi è tutta un’altra cosa. Com’è difficile essere studenti in un mondo che alla scuola si interessa poco o nulla.Scopriamo che è la stagione giusta, che è’ tempo di occupazioni, la soluta routine fino a Natale.C’è chi butta tutto in caciara come è accaduto al Virgilio, sei giorni di occupazione con eccessi di ogni tipo, ma che le cose vadano malissimo e che qualcuno debba protestare è sacrosanto. E se non protestano i genitori, distratti da altro, se protestano solo per la pagnotta i docenti, se i politici pontificano a vuoto, qualcuno deve pur manifestare in qualche modo.
Dopo il Virgilio tocca a Socrate e Newton: gli studenti hanno proclamato l’occupazione in entrambe le scuole. “La scelta di una mobilitazione così forte nasce dal bisogno dell’intera comunità scolastica di denunciare la condizione di mancanza di sicurezza, di spazi e soprattutto di dialogo che esiste nell’istituto”, hanno scritto gli studenti del Socrate in una nota. Sono i nipotini del Sessantotto, alle prese con problemi diversi dai nonni, non c’è la rivoluzione da sognare, c’è dell’altro.Come accaduto per la scuola di via Giulia, anche nella scuola della Garbatella i guai che hanno portato all’occupazione del liceo sono interne: al ritorno dalle vacanze estive, infatti, gli studenti sono rientrati in un istituto “sovraffollato”, con dodici nuove prime classi a fronte delle cinque quinte classi uscite in seguito all’esame di maturità. Sostanzialmente, il numero di classi è aumentato da trentuno a trentotto: da circa 650 degli altri anni a 950, studente più, studente meno. Ci devono pensare gli studenti? Pare di sì, ai genitori la cosa importa poco, per i docenti è solo una grana in più.
“Dal 12 settembre ci troviamo a studiare in una situazione surreale – spiegano i contestatori – siamo costretti a ruotare per le aule al cambio d’ora divincolandoci tra corridoi congestionati e locali non adatti ad accogliere l’attuale popolazione scolastica. I docenti, essendo l’aula a loro precedentemente assegnata divenuta una classe, sono costretti a stazionare in un locale buio, ricavato da un angolo dell’Aula Magna, dove le relazioni umane tra di loro e con noi sono limitate dall’assenza di uno spazio reale di incontro. Il nuovo spazio riservatogli, inoltre diminuisce la capienza dell’Aula Magna, da sempre esigua e da quest’anno gravemente insufficiente ad accogliere gli Studenti durante le assemblee, costringendoci a sedersi per terra e limitando le possibilità di ascolto e partecipazione”. I ragazzi studieranno poco e forse sono mediocri come i loro insegnanti, ma è cambiato il mondo, il web, internet, i social, fanno sì che la dimestichezza con i media sia enorme. Sanno esprimersi, sanno muoversi, sanno parlare, possono imporsi all’attenzione in modo diverso. Della politica, di quel che accade intorno a loro se ne fregano e capiscono poco. Ma hanno imparato le regole del gioco. Sanno dove puntare per fare male. E ti spiattellano che nel caos dell’istituto non ci sono i termini per
considerare a norma l’evacuazioni della scuola. “Le porte delle scale antincendio, permettono l’esodo sicuro di 240 persone per i piani primo e secondo ma quest’anno al primo sono presenti circa 315 persone mentre al secondo 314. Ciò significa che attualmente almeno 150 studenti, professori e collaboratori non riuscirebbero ad evacuare in sicurezza i piani superiori in caso di emergenza”. Splendido. Un discorso che convince anche una fetta di genitori, se la metti sul piano della sicurezza… Vuol dire mettere l’istituzione con le spalle al muro.Non parlano di rivoluzione, parlano di gestione corrente della scuola, indicano ciò che dovrebbe essere fatto, indicano le vie di soluzione. Ad esempio: “chiediamo infine, visti i danni incalcolabili e irreparabili dal punto di vista economico, sociale, relazionale, sindacale arrecati negli ultimi anni da quest’amministrazione scolastica, mettendo in pericolo la salute pubblica e danneggiando il nostro benessere, che la gestione del nostro liceo sia rimessa nelle mani dell’Ufficio Scolastico Regionale perché siano al più presto risolti i problemi sovrascritti per il bene del Socrate e di tutte le sue componenti”. Meglio di cosi…Che abbiano torto o ragione, che sia strumentale o meno la protesta, che l’Istituzione abbia le idee chiare su ciò che deve essere fatto poco importa. Alla preside, ad esempio, interessa altro. Gli studenti devono studiare, devono lasciare il resto agli adulti. Avevano chiesto l’assemblea che gli è stata concessa, non posso tollerare l’interruzione di pubblico esercizio, dice. Che abbiano ragione o torto non ha importanza. In questo cinquantenni sono passati invano. Al Newton ad occupare sono un gruppo di ragazzi, una azione apparentemente spontanea. La scuola cade a pezzi. Crepe sui muri, una scala inagibile, problemi strutturali generali e alternanza scuola-lavoro. Basta per occupare? Poco importa, resta da vedere se ci sarà il contagio come è puntualmente accaduto in passato. A Roma come in altre città italiane qualche settimana fa la protesta studentesca ha infiammato strade e piazze. La “buona scuola” di Renzi non va proprio giù., sa di vecchio e raccogliticcio. Il ministro Fedeli, laurea a parte, sembra capitata lì per caso. E i problemi generali sono quelli di sempre, i precari sono precari,. I supplenti non bastano mai, le materie sono oggetto di bizzarrie intellettuali ma si studiano comunque poco o male, i professori sono mediamente ostaggi degli studenti e gli insegnanti di sostegno sono un punto interrogativo. Ribbellarsi è giusto, altrochè

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