La strana crociata del Ministero contro tavolino selvaggio - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La strana crociata del Ministero contro tavolino selvaggio

tavolino_selvaggio2Qualcosa di importante, e probabilmente di grave sta accadendo sotto gli occhi di una popolazione e di una stampa distratta. A margine del famoso tavolo di concertazione per Roma il Ministero per lo sviluppo economico (governo di centro sinistra, ministro disinvolto e rampante molto caro a Renzi) stringe un patto di ferro con l’enclave Pd nell’universo dei municipi romani aprendo un canale diretto e privilegiato che taglia fuori la Giunta Raggi pur apparentemente sviluppando una azione in linea con la strategia del Campidoglio. C’è un problema pratico che il minisindaco del primo municipio, l’intramontabile Alfonsi non riesce a risolvere riguardo al fenomeno “tavolino selvaggio”? Calenda sembra dire, ci penso io: ci sono cinquecento pratiche arretrate da smaltire e il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione dieci uomini e un avvocato. Non solo: il I Municipio, che copre tutto il centro storico, sarà l’ente pilota per l’informatizzazione delle procedure che riguardano l’occupazione di suolo pubblico, in modo da velocizzare i tempi e allo stesso tempo eliminare ogni zona d’ombra che si nasconde con una gestione cartacea e farraginosa. Sono due decisioni operative prese al termine di un incontro tra i rappresentanti del Mise e quelli del I Municipio. Di questo tema si era già parlato in un vertice in prefettura, al quale aveva partecipato anche la sindaca Virginia Raggi, sul decoro della città. Il ministro Carlo Calenda si era detto pronto ad aiutare i municipi che devono smaltire le pratiche per i tavolini all’aperto (si va dalle domande di regolarizzazione inevase da molto tempo alle sanzioni in ritardo) ma che non lo fanno per mancanza di personale. Successivamente c’è stato anche uno colloquio tra lo stesso Calenda e la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi. Infine, ultimo step, gli incontri tra i tecnici, che di solito avvengono ogni martedì e che dovranno portare un doppio risultato per il I Municipio: accelerazione delle pratiche per gestire il contingente e informatizzazione per le pratiche future. Così va bene a tutti? Niente affatto: se è così semplice operare su Roma perché non si interviene anche su altri fronti, su altre emergenze? Perché governo e Ministeri non intervengono in aiuto con la stessa rapidità fornendo supporto e uomini? La burocrazia sta uccidendo Roma e l’immobilismo manda a fondo i municipi. Calende usa le risorse umane di Invitalia, le usi anche per far pagare le multe, per sbloccare mille altre situazioni a rischio. «Il Mise ci sosterrà anche con la consulenza di un avvocato perché queste pratiche sono spesso molto complicate e dunque se gli uffici non riescono a terminare il loro iter non è solo dovuto alla carenza di personale, ma anche alla complessità dei temi da affrontare”, dice la Alfonsi e accenna al progetto pilota della digitalizzazione. Il sistema che si basa tutto su documenti cartacei, con tutti gli effetti negativi che questo comporta, sia dal punto di vista delle velocità delle pratiche, sia per la trasparenza. «Al primo municipio ci sarà il progetto pilota della digitalizzazione: la domanda di occupazione del suolo pubblico non sarà più cartacea, ma informatica – spiega ancora la presidente Pd del centro storico – Questo sarà una anticipazione di tutto quello che poi si farà con il finanziamento europeo. Tutto questo renderà più semplice anche fare i controlli, sanzionare e colpire chi viola le regole con i tavolini su suolo pubblico senza autorizzazione o senza pagare il dovuto; ricordiamoci che questa è anche una forma di concorrenza sleale nei confronti degli esercenti che rispettano la legge». Calenda non offre lo stesso aiuto agli altri municipi governati dai grillini, non veicola aiuti diretti del governo su altri fronti. C’è la politica spicciola, di bottega, di parte, dietro a tutto questo? Come non sospettarlo?

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