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A Roma il Tevere soffre per la siccità

Troppo basso il livello dell'acqua

tevere-roma-6-560x420Pur essendo gennaio il fiume Tevere a Roma è in secca, il suo livello supera di nemmeno un metro, precisamente di 79 centimetri, il minimo storico registrato la scorsa estate nel pieno della crisi siccità, la più importante nella storia della Capitale. L’idrometro di Porto di Ripetta, nel centro di Roma, dove l’Autorità di Bacino del fiume esegue il monitoraggio del livello e della portata del corso d’acqua – l’ultima misurazione è stata eseguita venerdì alle 10 – registra 5 metri e 54 centimetri. Il minimo storico è stato registrato, sempre nello stesso idrometro di Ripetta, il 30 agosto quando ha segnato 4 metri e 75 centimetri. Il 30 agosto a Roma era da più di cento giorni che non pioveva e la situazione era talmente critica da indurre l’Acea a far partire entro pochi giorni il piano di riduzione controllata della pressione d’acqua in orario notturno in 90 zone di Roma. Provvedimento poi mai entrato in vigore. Anche le piogge autunnali non sono state sufficienti a riempire gli invasi, come segnalato nei giorni scorsi dall’Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di bacino, gli organismi pubblici di gestione delle acque, tracciando il quadro del permanere della siccità in tutta Italia, in particolare al sud. Un livello del Tevere basso non solo è pericoloso per la navigazione perché porta in superficie materiali che erano depositati nel letto del corso d’acqua, come rami, tronchi, oggetti di plastica, pietre e sporcizia, ma soprattutto perché – sospendono gli esperti – peggiora la qualità dell’acqua diminuendo l’ossigenazione e creando problemi all’intero ecosistema. In questi giorni non sono pochi gli oggetti riaffiorati che hanno destato stupore tra romani e turisti, soprattutto quando hanno notato biciclette, centinaia di bottiglie di plastica, scarpe, vestiti e addirittura divani. Secondo una classificazione della stessa Autorità di Bacino, si può parlare di «piene» ordinarie quando il Tevere si trova tra i 10 ed 13 metri, «straordinarie» tra i 13 e i 16 metri ed «eccezionali» se i livelli misurati sono superiori ai 16 metri. Per eliminare le tonnellate di rifiuti e tronchi d’alberi ammassati e i centinaia di disperati che vivono lungo le sponde, la Giunta Raggi vuole iniziare «un percorso di recupero» del fiume di Roma partendo dalla sponda nei pressi di Ponte Marconi, in un’area di diecimila metri quadrati, dove entro l’estate 2018 è prevista la realizzazione di una spiaggia, sul modello di Parigi. Per far tornare l’area del Tevere «viva e pulsante» la Giunta alcuni mesi fa ha istituito l’Ufficio speciale Tevere. «Il primo obiettivo raggiunto – spiegò il Campidoglio – è stato il chiarimento delle competenze», ovvero le aree golenali demaniale sono affidate alla Regione Lazio che ha il compito anche della gestione delle acque e dell’alveo; di competenza di Roma Capitale sono i ponti, i parapetti, la manutenzione della pista ciclabile, lo skate park di Ponte della musica. Sono 2 milioni e 130mila euro in tre anni le risorse messe in campo dalla Giunta Zingaretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria del Tevere nel tratto di competenza regionale che va da Castel Giubileo all’Isola Tiberina. Gli interventi partiti la scorsa settimana consistono nel taglio e nell’estirpazione di cespugli, nella rimozione di detriti semiaffondati, nel taglio della vegetazione vecchia, di piante pericolanti, nella pulizia delle aree, nel monitoraggio delle sponde del fiume e in particolare delle aree dove si accumulano detriti in occasione delle piene.

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