Lombardi, la sfidante a cinque stelle - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Lombardi, la sfidante a cinque stelle

La Lombardi sta battendo diligentemente in lungo e in largo tutta la regione, piazza dopo piazza, ospedale dopo ospedale. Ha un piglio deciso, una ironia tagliente. Ma non deve piacere, deve convincere

roberta_lombardi_homeDura, decisa. “antipatica” (lo dice lei), comunque una “dura e pura”. Roberta Lombardi è una dei grillini della prima ora. Entrata nel Movimento a Roma, si è fatta subito largo, è stata eletta alla Camera nel 2013, ha sempre avuto un ruolo di prima fila in tutte le battaglie e le polemiche del M5S. E’ stata anche uno dei principali personaggi nelle intricate vicende che hanno segnato il Movimento 5 Stelle romano.Ora è in corsa per la carica di governatore del Lazio. Una impresa difficile, tutti lo riconoscono. Un conto è la capitale, un conto le province, dove la vecchia politica è fortemente radicata. Fare opposizione è facile, proporre alternative credibili è più complicato. E occuparsi di sanità vuol dire infilarsi in un terreno sconosciuto e minato. La Lombardi sta battendo diligentemente in lungo e in largo tutta la regione, piazza dopo piazza, ospedale dopo ospedale. Ha un piglio deciso, una ironia tagliente. Ma non deve piacere, deve convincere. Ha accettato di rispondere alle nostre domande. Ha glissato solo davanti a quella sulla sua squadra di governo.Proprio in questi giorni affronterà i media presentando il programma. Ci torneremo sopra.

La sanità è diventato il principale argomento della campagna elettorale.E’ il punto di forza (per il potere che ne deriva) e il tallone d’Achille di Zingaretti. Necessariamente anche lei si è fatta una cultura in materia. Ha girato, visto e ascoltato. Quel che non va lo sanno tutti, non serviva l’inchiesta violenta de Il Tempo (l’editore è grosso imprenditore della sanità privata, gli attacchi mirano probabilmente ad altri obiettivi). Quello che nessuno sa fare è trovare una via d’uscita. Una ricetta. Il M5s ha attaccato in tutti i modi in Regione, ha denunciato. Ma non ha ottenuto nulla. Come si cambia la sanità del Lazio secondo lei?
La sanità nel Lazio si cambia votando Movimento 5 Stelle il 4 marzo. Dopo i disastri di Zingaretti e delle giunte di destra, che hanno portato il sistema sanitario regionale al collasso, noi siamo gli unici a proporre un programma credibile per ripristinare servizi sanitari dignitosi e per assicurare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, per tutti i cittadini, e non solo per coloro che possono permetterselo. Come? abbattendo le lunghe liste d’attesa che costringono gli utenti ad aspettare anche dei mesi per un semplice esame. E lo faremo tramite 5 punti: un capillare monitoraggio e controllo delle prestazioni istituzionali; l’inserimento di tutti gli ambulatori, anche accreditati, nelle agende Recup; tramite l’assegnazione dei budget delle prestazioni istituzionali ai singoli medici specialisti ambulatoriali e ospedalieri, basato su nomenclatore di categoria; con l’eliminazione immediata dell’intramoenia in forma allargata e con l’obbligo di presentazione di contabilità e bilanci separati in intramoenia.
Lei è al corrente che nella regione ci sono solo 4-5 Stroke unit. (tutti a Roma), unità speciali dove si “salvano” i cittadini colpiti da ictus? Ed è al corrente delle liste d’attesa mostruose per interventi al cuore? E’ al corrente che una gestione assurda della centralizzazione delle spese ha portato a risparmi virtuali e ha scaricato sugli operatori della sanità materiale scadente (aghi che si piegano, guanti chirurgici che si bucano…)?
Non solo ne sono al corrente, ma denuncio questa situazione da tempo. Sto girando tutta la regione e, in ogni provincia, grazie anche alle segnalazioni dei cittadini, cresce il dossier nero dei disservizi della sanità targata Zingaretti. Intendiamoci, il personale sanitario laziale è di primo livello, ma paga una mala gestione e una cattiva governance, che ha portato i cittadini o a rinunciare a curarsi, o a dover andare in altre regioni. Tutto ciò è inaccettabile. D’altronde, se persino Zingaretti è costretto a mentire, tentando di mascherare la disastrosa situazione della sanità laziale, quando dice che il san Filippo neri di Roma è un’eccellenza, mentre la verità è che manca persino il reparto di terapia intensiva neonatale, vi rendete conto a che punto siamo arrivati.
I direttori generali delle asl e delle aziende sanitarie sono proconsoli e ostaggi di Zingaretti (e di ogni governatore); lavorano per lui, procurano voti e consensi. Un meccanismo perverso. Come si può spezzare per cambiare pagina?
Con il Movimento 5 Stelle al governo della regione. Non è un mistero che, a noi, non piacciano i burocrati della sanità che, piuttosto che pensare al miglioramento dei servizi sanitari per i cittadini, pensano ad adulare il governatore di turno per mantenere la poltrona. Noi al governo della regione non guarderemo in faccia a nessuno. Contano i servizi e la professionalità del personale sanitario che, ripeto, per la stragrande maggioranza di questa regione, è composto da eccellenze. Purtroppo Zingaretti ha umiliato queste professionalità, privilengiando il settore privato, e tagliando servizi essenziali per i cittadini.
La Regione è anche altro. Finanza, trasporti, cultura, etc. Zingaretti e la sua giunta in questi settori non si sono proprio visti. Pochi ricordano i nomi degli assessori… Che ne pensa? 
Che il Movimento 5 Stelle è stato il governo ombra di questa regione. Siamo riusciti a supplire alle enormi carenze di questa disastrosa giunta Zingaretti che ha pensato solo agli amici degli amici. Quella di Zingaretti, infatti, è una giunta incompiuta dove, in 5 anni, ai cittadini non è stata data nessuna risposta. Si tratta di una struttura politica che ha cambiato 48 volte l’organizzazione interna: un fallimento dichiarato. Noi, invece, attraverso i nostri consiglieri regionali, abbiamo attivato il fondo M5S per il microcredito e la microfinanza per il Lazio, con una base di partenza di 750 mila euro. Soldi ricavati dal taglio degli stipendi dei nostri consiglieri uscenti. Questi fondi, oltre ad andare a sostegno delle microimprese o ditte che intendano aprire una sede in regione, potranno anche costituire un contributo a favore delle famiglie che devono sostenere i costi relativi alle cure mediche di figli affetti da gravi patologie. Noi ci tagliamo gli stipendi per aiutare i cittadini, gli altri che fanno? Si tengono i privilegi come i vitalizi.
E a proposito, mi racconta la sua squadra di governo?
E’ già pronta, perché noi non dobbiamo spartirci le poltrone, come gli altri. E’ una questione di rispetto per gli elettori. Ci presentiamo con una sola lista, con un programma credibile, e siamo gli unici a poterlo fare, senza fare accordicchii o partecipare ad accozzaglie che si scioglieranno come neve al sole un giorno dopo le elezioni. Al momento opportuno la presenteremo.

IL PERSONAGGIO/

Per capire chi è Roberta Lombardi bisogna ricostruire la sua carriera politica. Nata ad Orbetello, provincia di Grosseto, il 15 agosto 1973, per studi lascia la Toscana e si trasferisce a Roma. Nella capitale si laurea in Giurisprudenza alla Sapienza, per poi frequentare un corso di Sviluppo Manageriale presso la Luiss. Nel 2004 inizia a lavorare per la Design Duemila, un’impresa di Roma che si occupa di arredamento soprattutto per appartamenti di lusso.Roberta Lombardi si avvicina alla politica nel 2007, quando si iscrive al Meetup Amici di Beppe Grillo. Nel 2008 si candida alle elezioni comunali di Roma nella lista Amici di Beppe Grillo, dove ottiene 199 preferenze. Nonostante la nascita di due figli, Roberta Lombardi non stacca dall’attività politica riuscendo ad essere tra i candidati alle elezioni politiche del febbraio 2013. Viene così eletta alla Camera nella circoscrizione Lazio 1. Viene inizialmente nominata capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, incarico che lascerà dopo tre mesi per la consueta rotazione prevista dal regolamento dei grillini. Nel 2016, dopo la vittoria di Virginia Raggi alle amministrative di Roma, viene invitata a far parte del direttorio per sostenere la neo sindaca, ma a luglio lascerà l’incarico in aperta divergenza con il primo cittadino. A settembre 2017, dopo le tante voci annuncia la sua presenza alle primarie del Movimento 5 Stelle per scegliere chi candidare alla Regione Lazio, visto che le elezioni si terranno a primavera 2018. I principali sfidanti alla nomina erano i già consiglieri regionali Davide Barillari e Valentina Corrado, ma non mancavano anche gli outsider come Francesca De Vito, sorella di Marcello attuale presidente in Campidoglio. Alla fine Roberta Lombardi ha vinto le primarie ottenendo 350 voti in più rispetto a Davide Barillari, ottenendo così l’investitura ufficiale da parte degli attivisti e diventando così la candidata grillina alla regione.

Giovanni Tagliapietra

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