Bitcoin: apocalittici e integrati - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Bitcoin: apocalittici e integrati

bitcoinBitcoin è diventato in breve tempo il fenomeno del momento. La criptovaluta, lanciata nel 2009 dall’utente anonimo giapponese Satoshi Nakamoto ha conquistato la ribalta nel giro di pochi anni, passando dall’essere una novità assoluta alla migliore forma di investimento possibile in rete.

Nelle ultime settimane, però, la quotazione del Bitcoin è diminuita vertiginosamente e lo si può vedere dal grafico in tempo reale. Dopo i guadagni stellari degli ultimi anni il crollo sembra diventato inarrestabile, visto che la valuta digitale, per la prima volta da metà novembre, è scivolata sotto la soglia dei 6.000 dollari, a un minimo di 5.922 dollari, in ribasso dell’11%, salvo poi ridurre le perdite agli attuali 6.570 dollari (-5%). Bitcoin cede circa il 70% rispetto al massimo storico di 19.783,21 dollari toccato a dicembre.

Lo stesso vale anche per le altre maggiori valute virtuali come leggiamo su Europar2010.org: Etherum, anche nota come Ether, si attesta al momento attorno a 577 dollari, dopo avere toccato il 13 gennaio il record di 1.432,88 dollari, e Ripple cala più dell’80% dal massimo di 3,81 dollari fissato a inizio febbraio.

Il crollo di Bitcoin pesa anche sulla sua capitalizzazione, visto che nell’ultimo mese il mercato ha complessivamente bruciato valore per oltre 550 miliardi di dollari, con la market cap totale scivolata agli attuali 278,5 miliardi. I fattori che incidono sul crollo sono vari, ma in particolare pesa il fatto che negli Stati Uniti la Commodity Futures Trading Commission (l’autorità di supervisione sul mercato dei future) e la Securities and Exchange Commission (la Consob americana) prevedono di chiedere al Congresso di mettere sotto la supervisione federale le piattaforme di trading di valute digitali. Anche in Europa, Agustin Carstens, direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali, ha parlato di vari punti a favore di una maggiore supervisione delle autorità sulle valute digitali a causa del loro legame con i mercati finanziari.

Bitcoin: una bolla virtuale?

Prima ancora di questo crollo, nonostante il grande successo, in molti consideravano questa criptovaluta una bolla. Hyman Minsky, nel suo celebre modello di instabilità finanziaria, sosteneva che le bolle avessero cinque fasi: il trasferimento, il boom, l’euforia, l’angoscia finanziaria e la repulsione.  Il trasferimento è azionato da un’innovazione tecnologica che ci catapulta in una nuova era, come internet o la blockchain in questo caso. Succede quindi un boom che trascina sempre più investitori, finché si raggiunge la fase euforica, dove si viene bombardati di pubblicità e se ne discute anche sulle radio. La gente compra per ottenere rapidi guadagni e in parte per imitare gli altri. Questa tendenza si autoalimenta per un po’. Ad un certo punto, tuttavia, iniziano a insinuarsi i primi dubbi e la gente inizia a vendere per monetizzare i propri profitti. A ciò si aggiungono spesso cattive notizie e il prezzo inverte la tendenza. Una volta che il prezzo comincia a scendere la psicologia cambia: le persone che avevano comprato inizialmente si vedono erosa la loro potenziale rendita, e le persone entrate da poco potrebbero addirittura aver comprato la criptovaluta al di sopra del prezzo corrente, con conseguenti pentimenti.

Di questo passo ci potrebbe essere un momento in cui gli investitori potrebbero smettere di pensare al Bitcoin come mezzo di scambio per le transazioni quotidiane o come deposito affidabile di valore. È altresí vero che parlare di bolla nei confronti di una moneta virtuale che ha la speculazione nei suoi algoritmi e la volatilità nel suo DNA non è esattamente logico.

Bitcoin può ancora essere la rivoluzione del futuro?

Nonostante il periodo molto negativo, ci sono esperti del settore degli investimenti online e dell’economia che sostengono che Bitcoin può essere la rivoluzione del futuro. Di questo, e di molto alto, si è discusso al centro di dibattito ‘’Cryptocurrencies, a bubble o here to stay?’’, un momento di dialogo tra imprenditori, addetti ai lavori e appassionati di criptomonete presso Cariplo Factory a Milano. L’evento, promosso da growITup, piattaforma per scale up digitali creata da Cariplo Factory in partnership con Microsoft con un fondo di venture capital di 100 milioni di euro, ha riunito esperti ed imprenditori introdotti da Enrico Noseda, partner di growITup e moderati da Giovanni Iozzia di EconomyUp. Gli esperti sostengono che Blockchain, il sistema di Bitcoin, può trovare applicazione in numerosi altri settori dell’economia e della vita sociale. Ovviamente, questa tecnologia è ancora soggetta a migliorie (in alcuni settori, ad esempio, può non essere utile né necessario poter disporre di una storia completa di tutte le transazioni), ma il suo meccanismo potrebbe fortemente influenzare il concetto stesso di “transazione economica”, grazie all’enorme portata di informazioni in essa contenuta.
Supponiamo ad esempio che la Pubblica Amministrazione e tutta la Finanza Pubblica adottassero un sistema di registrazione delle transazioni attraverso blockchain. Tutte le transazioni potrebbero essere completamente monitorate e questo creerebbe un importante disincentivo per l’adozione di comportamenti illegittimi.

C’è da capire, dunque, quale sarà il futuro della criptovaluta più famosa al mondo che ha attratto milioni di utenti negli ultimi anni. Ciò che è certo è che si continuerà a parlare di Bitcoin e di criptovalute ancora a lungo.

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