L’occhio strabico dei media sui guai della sanità romana - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

L’occhio strabico dei media sui guai della sanità romana

sanita-romanaCi sono quotidiani che picchiano duro su tutto quello che ha a che fare con la sanità romana, mirando al bersaglio grosso e senza farsi tanti scrupoli sul fatto che le cose scritte rappresentino la realtà o almeno ci si avvicinino. Altri per reazione partono con delle inchieste tematiche, scelgono un filone, come si faceva un tempo, e lo seguono tutto. C’è infine qualche testata che tiene un olimpico distacco, ma quando scrive mischia notizie a sentito dire, pasticcia un po’, fornendo una informazione parziale e lacunosa. Nessun problema, ognuno ha il diritto di lavorare come crede, i lettori sono i suoi. Non si pretende del resto l’obiettività, ogni editore ha i suoi interessi da tutelare “legge” la realtà in termini di difesa o di attacco, blandisce o intidimidisce le amministrazioni , liscia gli amici e ringhia agli avversari. In questo momento la sanità è in mano al centro sinistra, che la governa attraverso la Giunta Zingaretti, ma l’intreccio di interessi è enorme e aggira le casacche con i colori della politica. Se Caltagirone o Angelucci si muovono hanno i loro buoni motivi e se Repubblica gioca uno strano ruolo di pendolo una ragione ci sarà. Tutto questo per arrivare a dire che il prodotto editoriale che finisce in pasto ai lettori non è quasi mai destinato a loro, che gli attacchi non prevedono nemmeno difese d’ufficio, non prevedono rettifiche, repliche. Di quello che pensa o che percepisce il pubblico importa poco o niente. Ci sono le elezioni sullo sfondo, e una guerra feroce che vede tutti contro tutti per la difesa e la conquista del potere. Al Pronto Soccorso dell’Umberto I i malati vengono curati in sala d’aspetto, la sicurezza è scarsa, la sporcizia è ovunque? Tutto lo sanno, l’inchiesta notturna sa di vecchio, di stantio? E cosa accade al San Camillo? Abbastanza da giustificare un attacco e la successiva difesa abborracciata dalla Direzione Generale. Muore bruciato un malato terminale al San Filippo Neri, una tragedia, certo. Ma non ritenuta dal magistrato di turno degna di una inchiesta. Cronaca troppo scarsa, e allora perché non aggiungere il ricordo di quanto accaduto qualche settimana prima allo Spallanzani? Il riferimento è debole, parziale e fuorviante. Ma intanto si è allungato il brodo. Cosa capirà il lettore. Ma andiamo oltre.La cronaca deve essere seguita da una riflessione, da un ragionamento, i media devono spiegare, far ragionare, da una informazione il più completa possibile? Certo. Ma quasi sempre neanche provano a farlo. Le enfatiche dichiarazioni di Zingaretti sulla uscita dal commissariamento? E chi le ricorda più, lo stesso presidente le ha dimenticate ( o fa finta di averle rimosse). Siamo arrivati a febbraio e non succederà niente ancora per mesi, dicono. Riflettere su questo è sbagliato? Quel che è certo è che i media non provano neanche a guardare dietro le quinte, a cercare di capire, a spiegare. Ci sono buchi neri e scheletri negli armadi che nessuno vuole o sa tirare fuori. Pasticci imbarazzanti legati all’uso delle risorse, a sprechi e risparmi, al prevalere di interessi di parte sugli interessi comuni. In attesa di sapere se Zingaretti sarà ancora il padrone del Lazio e della sanità laziale è tutto fermo. Tutto sospeso. Resterà e non sarà più commissario? Chi manderà il ministro Grillo a fare il sub-commissario? Un generale della finanza, un amico grillino? Certo che oggi sono tutti in fibrillazione nelle stanze del potere. Ma avete mai trovato sui giornali, in Tv, sui social degli approfondimenti su questo?

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