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Torniamo in fretta a fare screening. Parla il Dr. Luca Pecchioli, Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva dell’INI di Grottaferrata

DR LUCA PECCHIOLI - INI

di Elisa Piazza

Il Covid ha interrotto molti processi di cura e prevenzione con effetti disastrosi. Senza esami di controllo potrebbero essere sfuggiti, ad esempio, centinaia di cancri del colon retto e migliaia di polipi adenomatosi. Che fare? La gente frena per paura del contagio, ma strutture come quella dell’INI Grottaferrata assicurano standard di sicurezza elevatissimi in base a protocolli consolidati

Una delle conseguenze del Covid-19 è stata l’interruzione di molti processi di cura e di prevenzione. Sono molti i pazienti infatti, che anche una volta concluso il lockdown primaverile hanno preferito posticipare  il proprio programma di screening.  Oggi si scopre però, che questo “black-out” ha comportato dei dati preoccupanti. Confrontando il numero di esami effettuati tra gennaio e maggio del 2019 con gli stessi condotti nel 2020, gli esperti dell’Osservatorio Nazionale Screening hanno quantificato un saldo negativo di oltre 1.4 milioni di esami, senza i quali potrebbero essere «sfuggiti» più di 600 cancri del colon-retto e 4000 polipi adenomatosi avanzati del colon. Di questo aspetto molto delicato abbiamo parlato con il Dr. Luca Pecchioli, Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva dell’INI di Grottaferrata.

Dr Pecchioli, tuttora la popolazione ha paura di recarsi in strutture sanitarie. Voi come garantite ai vostri pazienti un ambiente sicuro?

Per assicurare il massimo della sicurezza possibile è necessario attenersi a protocolli consolidati come il triage prima dell’accesso in ospedale dove viene misurata la temperatura corporea e viene compilato un questionario che serve per indagare i sintomi, la storia dei contatti e gli accertamenti eseguiti. Gli appuntamenti sono distanziati in modo da consentire la sanificazione dei locali dopo ogni procedura e infine le nostre sale endoscopiche sono dotate di sistemi di aereazione a pressione negativa con un drastico abbattimento delle particelle di aerosol presenti nell’aria. Per tutti questi motivi posso garantire un ambiente con il massimo degli standard di sicurezza.

 Si parla molto dell’importanza della prevenzione. Che cos’è?

Gli esami di screening rappresentano una valida opportunità per scoprire precocemente la malattia. Nel caso dei tumori, non ci si rivolge solamente a chi ha dei sintomi, ma a tutte le persone in salute. L’offerta di prevenzione prevede una serie di indagini da effettuare periodicamente in età adulta. Nello specifico del tumore del colon, la prevenzione è rivolta a tutti gli uomini e le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, a cui viene richiesto di sottoporsi alla ricerca del sangue occulto nelle feci. Se tale esame ha esito positivo si procede con la colonscopia. Se invece nei parenti di primo grado c’è stato un caso di tumore al colon, allora si chiede di sottoporsi alla colonscopia ogni cinque anni a partire dal 40esimo compleanno. Tutti coloro che si accorgono della presenza di tracce di sangue nelle feci hanno l’obbligo di recarsi dal proprio medico di base o dal gastroenterologo che sulla base di vari parametri come l’età, i sintomi e la familiarità per neoplasie del colon deciderà se richiedere la colonscopia o altri accertamenti ematologici o strumentali.

 Il tumore al colon continua a spaventare, è davvero così frequente?

Si tratta del secondo tumore maligno più diffuso in Italia dopo quello della mammella. Il 90% circa delle persone affette da questa patologia ha un’età superiore ai 50 anni e l’incidenza raggiunge il suo picco attorno agli 80 ani. La sopravvivenza dei malati di cancro del colon-retto dipende strettamente dallo stadio in cui è stata diagnosticata la malattia. Ovviamente la  prognosi, e quindi la sopravvivenza, è tanto più favorevole quanto più è precoce la diagnosi. Per tale ragione i programmi di screening sono essenziali. Ogni lesione precoce che viene identificata e asportata salva il paziente dal possibile sviluppo di una neoplasia maligna. Oltre ai programmi di screening, per le neoplasie del colon-retto, anche l’alimentazione svolge un ruolo importante. Una dieta ricca di fibre e povera di carni rosse sembra infatti possa ridurre l’incidenza di neoplasie del colon.

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