Zingaretti si dimette da segretario del Pd, troppa "guerriglia quotidiana per poltrone" - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Zingaretti si dimette da segretario del Pd, troppa “guerriglia quotidiana per poltrone”

 

Francesco Boccia: «Penso che l’Assemblea nazionale abbia una sola strada: chiedergli di restare segretario del Pd. E c’è chi giudica invece il gesto del segretario «una buona mossa di poker. Una mossa per anticipare la discussione e chiuderla definitivamente in Assemblea». Insomma, Zingaretti punterebbe alla riconferma e le dimissioni solo una strategia

«Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che

Nicola Zingaretti durante una riunione del partito Democratico

Nicola Zingaretti durante una riunione del partito Democratico

nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni». Lo scrive Nicola Zingaretti, segretario del PD, sul profilo di Facebook annunciando così le dimissioni prima di scrivere formalmente alla Presidente (Valentina Cuppi, sindaco di Marzabotto, ndr) del partito. «Sono stato eletto proprio due anni fa», afferma il capo dei Dem. «Abbiamo salvato il Pd – continua – e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere». E l’affondo sui problemi interni al partito. «Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni». Ma il Pd «non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd». Infine il “j’accuse” e la resa del segretario: «Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità». «Nelle prossime ore», spiega il leader democratico «scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. Io ho fatto la mia parte – conclude Zingaretti – spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli». Infine, i saluti di commiato. «A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie. Ciao a tutte e tutti, a presto. Nicola».

LE REAZIONI

Oggi pomeriggio, però, alle 15 c’è stata una riunione al Nazareno con Zingaretti sul voto amministrativo e, a quanto viene riferito dall’Adnkronos, non ci sarebbe stato «nessun minimo accenno» alle dimissioni. «Qualche settimana fa era davvero provato e un po’ abbiamo temuto -racconta un big Pd – ma poi dopo l’ultima Direzione, il clima era cambiato, Nicola era di nuovo carico sulle cose da fare, la linea da seguire…». Quindi perché l’annuncio? Si chiedono i dem. E c’è chi giudica lo spariglio del segretario «una buona mossa di poker. Una mossa per anticipare la discussione e chiuderla definitivamente in Assemblea». Insomma, Zingaretti punterebbe alla riconferma in assemblea. Quindi solo una strategia lungimirante per ottenere il consenso laddove poteva perderlo senza circoscriverlo come avrebbe fatto invece oggi con le dimissioni preannunciate. Matteo Ricci, neo coordinatore dei sindaci dem, lo ha subito auspicato a stretto giro: «Comprensibile e condivisibile lo sfogo di Zingaretti, ma Nicola deve rimanere e continuare il suo mandato con la rinnovata spinta dell’Assemblea». Gli fa eco Francesco Boccia: «Penso che l’Assemblea nazionale abbia una sola strada: chiedergli di restare segretario del Pd che, grazie alla sua guida, è uscito da uno dei periodi più bui della sua storia».

PEDICA, IN BALLO CANDIDATURA ROMA?

I “falchi” del partito appostati alla finestra giudicano positivo il bel gesto. Come Pedica, membro della direzione regionale del Lazio, dichiara dopo aver appreso la notizia su FB, «Finalmente una decisione saggia. Mi chiedo se sia stata fatta in modo spontaneo o spintaneo e se ci sia in ballo anche la candidatura a sindaco di Roma». Stefano Pedica, presidente di Cantiere democratico, commenta così la decisione di Nicola Zingaretti di dimettersi dalla segreteria del Pd. «Mi auguro che la decisione di Zingaretti venga seguita subito da tutta la segreteria nazionale del partito e anche da quelle di Roma e del Lazio – ha proseguito -. Per intenderci, sarebbe auspicabile un bel passo indietro di tutti coloro che in questi mesi hanno perso tempo a esaltare Conte e fare accordicchi con i grillini, che in passato hanno fatto di tutto per massacrare il partito. Zingaretti dice che qualcuno deve assumersi la responsabilità di questa decisione. Io lo dico che finalmente il Pd si dovrà assumere la responsabilità di tornare a fare Pd e non la corrente zingarettiana».

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