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Arriva il subcommissario governativo, Zingaretti attento. Sarà un manager lombardo

subcommissarioLa notizia non viene da fonti ufficiali (e questi già non va bene) ma dall’informatissimo Dagospia (e questo fa pensare che ci sia qualcosa sotto. Sta per essere nominato – finalmente – qualcuno che controlli e sorvegli il governatore Zingaretti quando si occupa di sanità. Qualcuno che limiti i danni, insomma e che controlli la situazione dal punto di vista finanziario. L’ultimo personaggio paracadutato dall’alto, Enrico Bondi, ha retto solo pochi mesi. Oggi potrebbe arrivare come subcommissario Renato Botti (ex DG sanità Lombardia ed ex San Raffaele) . Sul nome di Botti ci sarebbe infatti l’assenso di Lorenzin ma anche il viatico “prezioso” di Massicci (Mef). Il tutto, sempre secondo Dago Spia, potrebbe essere visto di buon occhio dall’imprenditoria sanitaria milanese che fa capo a Giuseppe Rotelli, nuovo patron del San Raffaele di Milano. Finalmente fuori gli evanescenti Gianni Giorgi e Giuseppe Antonio Spata, dunque, ma anche la prospettiva di una sanità eterodiretta.
In questi mesi passati dal febbraio delle elezioni regionali, in cui si affermò l’esponenete Pd ed ex presidente della Provincia di Roma, di nomi ne sono girati tanti. Tra questi quello di Giovanni Bissoni, presidente di Agenas, di Massimo Russo, il magistrato siciliano ex assessore alla Sanità dell’isola, di Fulvio Moirano, direttore di Agenas e di Francesca Basilico, ex capo staff della segreteria tecnica dell’ex ministro della Salute Ferruccio Fazio. Nato nel 1957 a Caracas, Renato Botti vanta un curriculum di tutto rispetto. Presidente del Gruppo Merceologico Sanità di Assolombarda, membro della commissione sanità della Confindustria. Direttore Generale della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Membro dei Consigli di Amministrazione di Molmed Spa e Telbios Spa – società partecipate dalla controllata Science-Park Raf e da primari gruppi industriali e finanziari italiani, che operano, rispettivamente, nel settore delle biotecnologie e della telemedicina-teleassistenza. E poi, dal 1997 al 2002, potente direttore generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia. Insomma un pezzo da 90 della sanità lombarda. Ci sarebbe l’assenso del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin e anche del Mef, nella persona di Francesco Masicci, il deus ex machina indiscusso nella gestione economica dei Piani di rientro dal deficit sanitario che, dal ministero dell’Economia, decide chi “promuovere” e chi “bocciare” nella gestione dei Piani. Un verdetto fondamentale per poter attingere a quella parte dei finanziamenti sanitari che a queste regioni vengono dati ormai da anni solo in base ai risultati raggiunti nel risanamento dei conti.

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