MAGLIANA - OSTIENSE/Sono tornate le baracche dei rom - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

MAGLIANA – OSTIENSE/Sono tornate le baracche dei rom

maglianaComandano loro, fanno quello che vogliono, nessuno interviene in modo risolutivo ed efficace. Marino è paralizzato, ha le mani legate. La sua maggioranza è distratta. E intanto sono tornate le baracche i rom sugli argini a rischio dopo la piena. Gli argini della Magliana, su entrambe le sponde, e quelli intorno a ponte Marconi, che ormai hanno eletto a loro stabile domicilio. Baracche di compensato e lamiere e utensili sono impastati di fango. Qui, trascinando i carrelli con gli oggetti tirati fuori dai cassonetti, i rom vanno e vengono, si infilano tra la vegetazione del fiume e scompaiono. Invisibili. Un mondo parallelo che vuole essere ignorato e che i cittadini si sforzano di ignorare. Ma quando si percorre la ciclabile della Magliana, si cammina o si pedala sul ponte, ci si infila sotto per riprendere la pista che continua su via del Cappellaccio, il gigantesco insediamento si materializza in tutta la sua evidenza, così come le enormi cascate di rifiuti che rotolano dentro il fiume. Resti di elettrodomestici, pezzi di compensato, stracci, bottiglie, water, reti, materassi, buste di plastica. Un inestricabile magma che si mischia alla vegetazione fluviale e la stravolge, trasformando il contesto naturale in scempio urbano. Per i residenti della Magliana quella con i rom è ormai una logorante guerra di posizione. Vengono sgomberati e tornano, in una giostra che si ripete sempre uguale, con il corredo di costose quanto inutili bonifiche. Due anni fa i nomadi stazionavano sotto il viadotto che collega la Magliana con l’Eur. Dopo aver liberato e bonificato l’area, il Comune ha fatto erigere un’alta cancellata per evitare una nuova occupazione. I rom, allora, si sono stabiliti sotto il ponte e lungo la ciclabile. Troppo comoda per loro quella postazione: accanto c’è un autodemolitore dove vanno a vendere rame e metalli vari che recuperano dai cassonetti o dai binari ferroviari. È un via vai continuo, un perenne migrare dal campo ai cassonetti con i carrelli dei supermercati sempre pieni di oggetti sporgenti, un potenziale pericolo per i tanti cittadini che cercano distrazione e ristoro passeggiando sulla ciclabile. Hanno vinto loro.

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