Marino si è svegliato, ma è troppo tardi - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino si è svegliato, ma è troppo tardi

Nel fine settimana il sindaco ha scritto ai manager delle municipalizzate: basta assunzioni. Peccato che ci siano voluti 10 mesi. E ora si pensa a grattare quattrini ai romani aumentando all'inverosimile la Tasi (servizi invisibili) e limando lo stipendio dei 62mila dipendenti

bus-atac2Si è svegliato. Ignazio Marino, è come la Bella addormentata. Il secchio d’acqua del Salva Roma ha convinto il sindaco ha prendere carta e penna e ordinare a tutte le società capitoline di smetterla di fare assunzioni: In considerazione dei precisi obblighi posti a carico di questa amministrazione, tenendo conto delle indicazioni del Governo centrale e della situazione economica in cui versa Roma Capitale si dispone l’astensione dal procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato.
Non ci volevano 10 mesi per buttare giù 5 righe recapitate nel fine settimana scorso ai top manager delle controllate. L’assalto alla diligenza nelle società municipalizzate, ogni volta che cambia orientamento politico, è una tradizione. Solo che Marino ci ha messo 10 mesi per compierlo. Sarebbe curioso sapere quante assunzioni sono state formalizzate dalla primavera scorsa ad oggi.
Il problema è che si chiudono le stalle dopo mesi di immobilismo e ormai i danni sono fatti. Resta da vedere come farà Marino a pareggiare entrate e uscite. Abbiamo già spiegato che al bilancio della Capitale mancano all’appello circa 1,2 miliardi l’anno, un deficit strutturale che va ora raddrizzato.
Con 62mila dipendenti il Comune rappresenta una grande fabbrica occupazionale. Miliardi di euro se ne vanno in stipendi e quindi logico che si voglia intervenire sulla voce di bilancio corrente. Ridurre straordinari e retribuzioni accessorie è già stato tentato. Prima per i dipendenti del Capidoglio poi con quello della scuola comunale. Risultato? Marino ha dovuto far marcia indietro e pochi sono stati quelli che lo hanno imitato nel ridursi di 500 euro lo stipendio, che nel caso del sindaco vale circa 500 euro netti in meno al mese.
Però è proprio da qui che marino sarà costretto a partire. E dall’aumento delle tasse sulla casa. Con la Tasi (la tassa sui servizi), Marino potrà recuperare qualche milione in più, soldi che in teoria dovrebbero servire per evitare mazzate sulle famiglie numerose o con disabili a carico. Ma sappiamo benissimo che la griglia per evitare batoste sarà impossibile da rispettare con il risultato che pagheremo un salasso di servizi invisibili nel 2014.
Di contro è ipotizzabile che Marino temporeggerà ancora nel taglio lineare delle retribuzioni, temendo il collasso di Roma per lo sciopero congiunto di autisti, burocrati, operatori ecologici e compagnia capitolina.
Come se non bastasse gli amministratori di tutte le aziende del Campidoglio- che hanno ricevuto la letteraccia di Marino (Aequa Roma, AMA, Azienda Speciale Palexpo, Fondazione Bioparco, Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Mondo Digitale, Fondazione Musica per Roma, Fondazione Roma Solidale Onlus, Le Assicurazioni di Roma, Risorse per Roma, Roma Metropolitane, Roma Servizi per la Mobilità, Servizi Azionista Roma e Zètema Progetto Cultura), non sembrano averla presa benissimo. Anzi, già studiano come aggirare la norma. Magari autorizzando i contratti a termine, però magari scrivendoli in modo impugnabile, così da delegare al giudice del lavoro l’obbligo all’assunzione per un voluto errore formale. Leonardo Giocoli
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