Un anno fa moriva "il maestro" Franco Califano - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Un anno fa moriva “il maestro” Franco Califano

Franco Califano

Franco Califano

“Non escludo il ritorno”. Queste sono le parole che Franco Califano ha voluto venissero scritte sulla sua tomba il giorno in cui avrebbe salutato definitivamente questa vita. Le stesse usate come titolo per una della canzoni a lui più care. Un anno fa, il 30 marzo 2013, moriva uno dei cantautori più amati e allo stesso tempo più “trasgressivi” della canzone italiana. “Er Califfo”, come tutti lo chiamavano, aveva 75 anni quando si è spento nella sua casa di Acilia, a due passi da Roma, la sua amata città. E il 30 marzo scorso, il comune di Ardea, dove Califano è sepolto assieme al fratello e al nipote, ha deciso di dedicare una intera giornata in ricordo dell’autore di “Tutto il resto è noia” con l’inaugurazione della Casa Museo, della Scuola di Musica e della “Fondazione per Franco Califano”. Molti i presenti in ricordo di unArtista che qualche fan ha definito “l’ottavo re de Roma”: Marina Occhiena, ex voce de “I ricchi e poveri” (che lo stesso Califano scoprì e portò al successo), il senatore Domenico Gramazio, il deputato Francesco Boccia ed il giornalista sportivo Franco Melli. Molte le parole di stima spese in onore del “Califfo”; Donatella Diana, curatrice del museo sito in via Laurentina a poca distanza dal cimitero di Ardea, ha così commentato questo evento: “Abbiamo voluto rendere eterna la sua memoria, il ricordo di un amico carissimo che mi manca molto, voglio portare avanti la sua eredità, raccontarlo a chi non lo ha conosciuto”. Il suo grande amico Antonello Mazzeo, promotore della Fondazione assieme all’Avvocato Marco Mastracci, ha dichiarato che Califano era “unico, mai banale, per me oltre all’amico era il Maestro. Diceva che quando non ci sarebbe più stato, sarebbe stata vera gloria. E noi abbiamo voluto far avverare questa sua frase iconica”. Presente alla inaugurazione anche Edoardo Vianello, suo collega ed amico per il quale “il Maestro” scrisse uno dei pezzi romaneschi più celebri “Semo Gente de Borgata”. A questa iniziativa non poteva mancare il sostegno della SIAE che già un anno fa si era fatta avanti per esaudire l’ultimo desiderio del Califfo di riposare vicino ai suoi cari. Esattamente cinquant’anni fa, il 6 aprile 1964, un giovane Franco Califano aveva fatto domanda di iscrizione presso la Società Italiana degli Autori ed Editori come “Autore di testi” nella sezione “Musica”. Il maestro Franco Micalizzi, Presidente del Consiglio di Sorveglianza Siae, ricorda che “superò le due prove scritte (il componimento a tema libero e quello con la metrica) e presentò i brani “Da molto lontano” e “Non trovo le parole”, musicati da Edoardo Vianello, l’amico che riuscì a portare quel ragazzo che scriveva poesie nel mondo della canzone. Da subito Califano è stato autore di tanti brani di successo per una serie di artisti. Oggi viene accreditato di oltre milleduecento canzoni in carriera e molte le ha date ad altri cantanti per amicizia, solidarietà o denaro, senza neanche comparire tra gli autori”. “Ardea è orgogliosa di avere qui Franco Califano – ha spiegato il sindaco Luca Di Fiori – Stiamo pensando a due azioni: abbiamo una villa confiscata alla mafia che vorremmo far diventare una casa della musica e abbiamo intenzione di intitolare al maestro una strada o una piazza. L’inaugurazione di questa piccola stanza all’interno del museo civico è solo l’inizio delle cose che faremo per ricordarlo”. Lo scrittoio, la poltrona, il verbale della Commissione, datato 18 novembre 1972, in cui viene riconosciuta la qualifica di compositore melodista, immagini e testi del Poeta sono solo una parte degli oggetti personali che i visitatori potranno ammirare. La Fondazione ha inoltre ricevuto un documento in cui veniva richiesto a Franco Califano di depositare uno pseudonimo. Il cantante ne depositò ben otto: Migliore, Germano, Brogie, Pachito, Nat, Marca, Eviane e Anelli. La scelta della SIAE ricadde su quello di Pachito. E non poteva mancare una nota di natura calcistica: la maglietta dell’Inter (la squadra preferita del Maestro) firmata dallo storico Capitano Javier Zanetti e donata dal Presidente Massimo Moratti. Insomma un tributo a 360 gradi che ha permesso e permetterà di ricordare un grande cantautore della musica leggera italiana che con brani come “Minuetto”, “La nevicata del ‘56”, “La mia libertà” e tanti altri ha conquistato intere generazioni che lo hanno amato e continueranno ancora ad amarlo.

 

Stefano Boeris

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