Opera, ancora un nulla di fatto: prossimo incontro il 3 novembre. M5s: "Figuraccia con il mondo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, ancora un nulla di fatto: prossimo incontro il 3 novembre. M5s: “Figuraccia con il mondo”

I senatori grillini hanno presentato un'interrogazione sulla situazione del teatro proprio nel giorno delle trattative. La decisione slitta

– Si è chiuso senza alcuna novità di rilievo, secondo quanto si apprende, il terzo incontro tra Teatro dell’Opera di Roma e sindacati nell’ambito della procedura di licenziamento da gennaio dei 182 membri di orchestra e coro. Le parti si sono date appuntamento di nuovo al ‘Costanzì il 3 novembre. Il direttore del personale Stefano Bottaro, che ha rappresentato l’azienda in assenza del sovrintendente Carlo Fuortes, ha annunciato che sarà consegnata ai sindacati la delibera del Cda della Fondazione Teatro dell’Opera che il 2 ottobre scorso ha deciso i licenziamenti. I sindacati hanno ribadito che senza ritiro dei 182 esuberi e rinuncia all«esternalizzazionè di orchestra e coro non si aprirà una vera trattativa sui costi del personale artistico e sulla produttività, riferiscono fonti sindacali. »Devono ritirare i licenziamenti perchè sono illegittimi – ha detto un delegato della Slc-Cgil -, noi siamo già pronti ad assicurare più spettacoli, ad esempio con il doppio spettacolo in una sola giornata grazie a opere brevi come ‘I pagliaccì e ‘Cavalleria rusticanà. Tutto questo sarebbe a costo zero. Ma vogliamo conoscere il dettaglio dei costi, che finora è stato tenuto nascosto. Non basta dire a quanto ammonta il deficit«. Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri della Cultura Dario Franceschini e del Lavoro Giuliano Poletti sulla vertenza del Teatro dell’Opera di Roma. «In un periodo in cui l’Italia dovrebbe dar prova di carattere in Europa e nel mondo riusciamo solo a collezionare l’ennesima figuraccia a livello internazionale, avvilendo uno dei settori dove più risplendiamo», afferma la senatrice M5S Michela Montevecchi, segretaria in commissione Cultura al Senato. Montevecchi si riferisce alla lettera inviata dalla Berliner Philarmoniker pochi giorni fa, nella quale l’orchestra, una delle più prestigiose al mondo, si dichiarava sgomenta per il trattamento riservato dall’Italia ai 182 dipendenti licenziati dal Teatro dell’Opera. «Non accettiamo questa ulteriore ferita alla cultura italiana e all’Italia tutta – continua Montevecchi – ed è per questi motivi che ho chiesto, nella mia interrogazione ai ministri Franceschini e Poletti, di fare quanto in loro potere per bloccare questi licenziamenti.» Anche la senatrice Ivana Simeoni, eletta nella Circoscrizione del Lazio, si unisce alla Montevecchi commentando così: «Non si può continuare a svilire la nostra cultura in questo modo. Essa dovrebbe essere il nostro bene più prezioso, il nostro marchio di fabbrica, mentre spesso è trascurata così a Roma come nel resto d’Italia». Le due senatrici del Movimento 5 Stelle concludono esprimendo «vicinanza a questi professionisti rinomati a livello internazionale, calpestati nella loro dignità di lavoratori». – «Le organizzazioni sindacali rilevano che il Cda del Teatro dell’Opera di Roma Capitale del 22 ottobre (due giorni fa, ndr) non ha recepito l’essenza di quanto già dichiarato dalle scriventi nella precedente riunione del 21, dove unitariamente hanno ribadito che l’unica procedura attuabile per legge dello Stato è nell’ambito della Legge 112/13 (Legge Bray), all’interno della quale sono già previsti tutti gli strumenti per il risanamento economico/finanziario delle Fondazioni in stato di crisi gestionale». È quanto si legge in un comunicato unitario di Cgil, Cisl, Uil, Fials, Libersind, Usb e Fisasp al termine del terzo incontro con la dirigenza dell’Opera sui 182 licenziamenti dei membri di orchestra e coro. «I sindacati ribadiscono la piena disponibilità ad incrementare gli strumenti volti all’aumento della produttività e ad una razionalizzazione delle risorse, senza preclusioni – si legge nella nota -. È stata richiesta unitariamente al direttore delle Risorse Umane, Dott. Bottaro, che ha rappresentato la direzione, una piattaforma di confronto nel merito. Stante il piano di risanamento in essere si ribadisce il rigetto di qualsiasi forma di licenziamento ed esternalizzazione. Si conferma la disponibilità ad un confronto responsabilmente fattivo con l’Azienda a tutela del futuro della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Capitale e dei suoi lavoratori». C’era anche l’artista del coro e sindacalista della Cgil licenziato con l’accusa di aver timbrato il cartellino al posto della moglie all’incontro tra azienda e rappresentanti dei lavoratori al Teatro dell’Opera di Roma. Pasquale Faillaci, da 26 anni nel coro del Costanzi, fa parte della numerosa delegazione delle sette sigle sindacali che sta incontrando il direttore del personale dell’Opera. Faillaci sostiene di essere vittima di una ritorsione per la sua attività sindacale e le critiche sulla stampa alla gestione del Teatro. Secondo quanto trapela non ci sarebbero grosse novità nella trattativa sui 182 licenziamenti dei componenti di orchestra e coro. L’azienda avrebbe annunciato che consegnerà la delibera del Cda del 2 ottobre scorso sui licenziamenti. I sindacati insistono che vengano ritirati prima di trattare su costi del personale artistico e produttività con un maggior numero di spettacoli.

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