Choc a San Giovanni, la strage familiare per i pm "era un piano preordinato". Gravissima la più piccola | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Choc a San Giovanni, la strage familiare per i pm “era un piano preordinato”. Gravissima la più piccola

Lo striscione: «La comunità di Carlo Felice vi saluta con una ferita nel cuore immensa». Il marito ferito chiede della figlia

– Quello messo in atto da Khadija El Fatkhan, la 42enne marocchina che ieri ha accoltellato mortalmente due figli, ferito un terzo e il marito, rientrerebbe in un piano preordinato di sterminio della propria famiglia. Ne sono convinti gli inquirenti della Procura di Roma che indagano su quanto accaduto ieri. Chi indaga non esclude che la donna potesse essere affetta da una forma di depressione che l’ha portata prima a tentare di uccidere tutti i componenti del nucleo familiare a poi a togliersi la vita. – È in condizioni gravissime la piccola sopravvissuta alla strage avvenuta ieri in un appartamento in via Carlo Felice dove è stata trovata morta la madre e i due fratellini della bambina. La piccola è attualmente sedata e ricoverata in prognosi riservata in terapia intensiva all’ospedale Bambino Gesù dove è stata trasferita dopo essere stata operata al San Giovanni alla trachea. Le sue condizioni, a quanto si è appreso, restano molto critiche e viene sottoposta a controlli e monitoraggi. La bambina ha riportato fratture multiple a cranio, lesioni da arma da taglio alla trachea, collo e mani. «Tutta la comunità è solidale e colpita dal dramma accaduto. Chiediamo riserbo e rispetto per le vittime e per la Comunità stessa». è il testo di uno striscione affisso questa mattina davanti al portone di ingresso del palazzo occupato nel quartiere San Giovanni di Roma dove ieri una donna marocchina, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ha ucciso due figli prima di togliersi la vita. «Siamo sconvolti – dice un occupante dello stabile – non riusciamo a spiegarci una tragedia simile. La famiglia abitava qui da anni e ci sembrava molto unita». Sul marciapiede è stato posizionato un tavolo con un cero votivo e due mazzi di fiori. Accanto un biglietto che recita: «la comunità di Carlo Felice vi saluta con una ferita nel cuore immensa… Non vi dimenticheremo mai».«Idris è ancora sotto choc, piange e non riesce a darsi una spiegazione. Mi ha detto che non avevano litigato e la moglie lo ha accoltellato mentre dormiva». A parlare è il datore di lavoro di Idris Jeddou, il marocchino di 43 anni marito della donna che ieri ha ucciso due figli e poi si è tolta la vita in un appartamento del quartiere San Giovanni a Roma. «Mi ha raccontato che la donna non aveva mai dato nessun tipo di avvisaglia», prosegue Claudio, uscendo dal reparto dell’ospedale San Giovanni, dove l’uomo è ricoverato.«Idris è una bravissima persona, un pezzo di pane. Lavora per me da 10 anni nel deposito di Mondo Convenienza sull’Aurelia», ha aggiunto il datore di lavoro del marocchino.Nel pomeriggio l’ospedale Bambino Gesù ha diffuso un bollettino medico per fare il punto sulle condizioni della bambina. «La piccola Hiba – vi si legge – è attualmente ricoverata presso l’Area Rossa del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, trasferita dall’Ospedale S. Giovanni di Roma dove è stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico alla trachea. Attualmente è in prognosi riservata, è sedata e assistita dalla ventilazione meccanica. Le condizioni cliniche sono stabili. In questa fase si procede con il sostegno delle funzioni vitali e con valutazioni clinico-strumentali intensive in base alla evoluzione del quadro clinico».

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