Atac, Campidoglio pronto a garantire gli stipendi: per ora scongiurato lo stop dei bus | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Atac, Campidoglio pronto a garantire gli stipendi: per ora scongiurato lo stop dei bus

I conti pignorati di Atac, a causa di un contenzioso con Roma Tpl, rischiano di mettere in ginocchio la municipalizzata che si occupa di trasporti a Roma. Una spada di Damocle dal peso di 77 milioni di euro. E per evitare il rischio di uno stop dei bus nella Capitale il Campidoglio oggi si dice pronto anche a pagare stipendi e forniture. Tutto risale al 2009 e fa riferimento ad un contenzioso tra Atac e Consorzio Roma Tpl, società che gestisce le linee bus periferiche della Capitale, circa il servizio reso dal 2006 al 2010. Ora si attende il responso del Tribunale per capire se accetterà di attribuire il pignoramento ai fondi comunali piuttosto che ai conti già in rosso dell’Atac. E già a fine ottobre il sindaco di Roma Ignazio Marino si era rivolto al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Due giorni fa invece la giunta capitolina era corsa ai ripari stanziando proprio 77 milioni a garanzia del pignoramento. Oggi l’assessore ai Trasporti Guido Improta annuncia: «Qualora i tempi necessari per il formale superamento di questa situazione non fossero compatibili con le esigenze aziendali in termini di funzionalità operativa, siamo pronti a subentrare facendoci carico in via diretta almeno per il pagamento di stipendi, contributi e forniture strategiche». E poi l’assessore punta il dito contro l’amministrazione a guida Gianni Alemanno e degli allora vertici dell’Atac parlando di «comportamenti oscillanti, inadeguati e contraddittori». Improta, durante l’audizione in assemblea capitolina, ha ripercorso tutta la vicenda lanciando il suo j’accuse: «Perchè l’amministrazione Alemanno non è intervenuta per impedire la costituzione del Collegio Arbitrale, attesa la competenza esclusiva, contrattualmente prevista, del Foro di Roma in caso di controversia? Come è possibile che i consulenti tecnici abbiano potuto riconoscere un adeguamento prezzi anche per il primo anno di attività, quando è pacifico che una revisione prezzi, se dovuta, può essere riconosciuta, per la natura stessa dell’istituto, solo quando sia decorso un congruo periodo di tempo? Per quale motivo, pur disponendo di un lodo arbitrale sin dal 2009, Roma Tpl ha deciso di metterlo in esecuzione solo nel 2014 e, cioè, quando Atac, nella attuale gestione, ne ha dichiarato inequivocabilmente l’inesistenza giuridica? Che interesse commerciale può avere un fornitore a compromettere la continuità aziendale del suo unico committente, cui peraltro è legato sino a maggio 2018?». L’ex sindaco di Roma, presente in Aula Giulio Cesare, si difende: «Si sapeva da gennaio 2014 che sarebbe arrivata questa sentenza. Il lodo arbitrale è stato un errore fondamentalmente fatto da Atac di cui all’epoca l’ad era Gabbuti. Io come sindaco l’ho saputo quando c’è stata la sentenza. Ed abbiamo subito fatto ricorso alla Corte d’Appello». E aggiunge, sottolineando di evitare «gite in Procura»: «Invito l’assessore Improta e l’assente sindaco di non trasformare difficoltà oggettive di questa amministrazione, e legate a decisioni giudiziarie, in un ridicolo ‘contenzioso politicò con ancora più ridicoli risvolti giudiziari». Ma in Campidoglio si tira dritto: la giunta, fa sapere Improta, «si è riservata la facoltà di assumere le iniziative utili ad accertare le eventuali responsabilità gestionali relative al contenzioso pregresso». Come a dire, porteremo tutte le carte in Procura

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login