La protesta anti-immigrati apre la crisi di giunta. Marino contestato dai cittadini a Tor Sapienza | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

La protesta anti-immigrati apre la crisi di giunta Marino contestato dai cittadini a Tor Sapienza

Tra il sindaco e il Pd il matrimonio non è stato mai davvero consumato, così la direzione del partito romano lo scarica per bocca del segretario Cosentino

Potrebbe essere Tor Sapienza la Waterloo o il punto di svolta per Ignazio Marino. Perchè il Pd non ci sta ad essere azzerato, anzi, «ridicolizzato» da un sindaco «che sta a Londra mentre esplode la città». E l’ultimatum arriva dopo che Ignazio Marino, oggi solo come non mai, si prende fischi e insulti dagli abitanti inferociti di Tor Sapienza: «O si cambia o si va a votare». Le richieste dalla direzione cittadina del Pd, che già si preannunciava tesa per l’affaire multe, sono nette: «azzeramento della giunta e cambio priorità». Insomma una rivoluzione, difficile e impervia. O si va alle urne con le politiche. Tra il sindaco Ignazio Marino e il Pd Roma è finita la luna di miele, ma forse il matrimonio non è stato mai davvero consumato. Mentre il primo cittadino, dopo cinque giorni di proteste, si incontrava con i residenti di Tor Sapienza, accolto da fischi e cori di «buffone» e «pagliaccio», la direzione del partito romano lo scaricava per bocca del suo segretario Lionello Cosentino, politico di lungo corso. È lui a dire, senza cercare metafore, «ieri ho visto un paradosso: il sindaco era a Londra, il Consiglio comunale intendeva riunirsi fino a mezzanotte sulle multe con quello che stava succedendo a Tor Sapienza. Mai c’è stata distanza più ampia di un ceto politico che non riesce a capire le priorità». Parole che decretano una condanna e che, come se non bastasse, si aggiungono ad altre che pesano come un macigno sulla testa di Marino: «C’è nelle vicende di queste ore il segno di un fallimento delle politiche di integrazione, delle politiche sociali». Ed infatti arriva subito la richiesta di dimissioni dell’assessore Rita Cutini rea, secondo molti nella sala, di avere gestito male la questione rifugiati. «Non si possono mettere tutti in due soli municipi», diceva qualche consigliere. Parole che sembrano ricalcare il malessere di Tor Sapienza. Intanto Marino sbarcava nella periferia est pressato dall’opinione pubblica e dai residenti. Spaesato e nella gabbia dei leoni. «Troppo tardi», gli ha gridato qualcuno degli abitanti. E troppo tardi gli ha mandato a dire anche il Pd. Inoltre a poco è servita la promessa di riconvertire il centro per immigrati in centro per l’accoglienza di madri con bambini in difficoltà. «Sono qui perchè i media vi hanno dipinto come criminali e razzisti, ma siete persone come noi che cercano la felicità per se stessi e per i propri figli». La direzione del Pd, informata sull’andamento della visita a Tor Sapienza, continuava nel suo processo a Marino: Kalid Chaouki chiedeva le dimissioni dell’assessore alle Politiche sociali Cutini e Michela Di Biase chiaramente diceva: «Io a tirare a campare non ci sto, male che va si vota, non è una tragedia. Ieri Marino era a Londra, con l’opposizione che ci prendeva per il c…». La visita del sindaco è terminata tra altri fischi e altri insulti. Presente anche un’allibita troupe della radio danese. Forse anche il Pd prima di Tor Sapienza se lo sarebbe chiesto. E che Marino rischi di essere ai tempi supplementari lo suggerisce anche il romanista Daniele De Rossi: «Risolva il problema delle periferie, quello che penso di lui me lo tengo per me».

«Buffone, pagliaccio, hai rovinato Roma!». Ignazio Marino si prende gli insulti degli abitanti di Tor Sapienza in rivolta da giorni contro gli immigrati, e aspettavano il sindaco al varco. Lui promette ‘basta degrado, senza rinunciare all’accoglienzà, ma la folla lo accompagna nel giro a piedi del quartiere tra urla e tensione. Anche il Pd romano attacca Marino, con il quale aumenta la distanza. Anzi diventa una frattura che Tor Sapienza ha reso forse insanabile. In serata arriva poi la strigliata del ministro dell’Interno Angelino Alfano: «i sindaci stiano più attenti, perchè non si possono mandare decine e decine di migranti dove già ci sono i rom». Una giornata dura per il sindaco chirurgo, che oggi appare un uomo solo. Un giorno iniziato con 14 rifugiati minorenni che cercano di tornare nel centro di prima accoglienza di Tor Sapienza, dal quale erano stati allontanati per motivi di sicurezza, e poi vengono portati in altre strutture. Tra il «via tutti» dei residenti ormai rabbiosi con chiunque. In mattinata nel quartiere arriva l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, già nelle periferie romane per l’ultima campagna elettorale, ma il clima è ostile anche per lui e deve rinunciare a un giro della zona. «E Marino dov’è?», si chiede Borghezio. Il sindaco dopo le titubanze degli ultimi giorni e una pausa londinese ieri mentre infuriava la violenza in periferia e il caso multe in Consiglio, decide di andare nel pomeriggio. E la contestazione arriva, prevedibile. «Vattene, ci hai rovinato», urlano alcuni. «Vergognati, fatti un giro sui mezzi pubblici, guarda il degrado della città», gridano altri. Scortato a piedi dalle forze dell’ordine e accompagnato dal vicesindaco di Sel, Luigi Nieri, Marino appare disorientato e si chiude per una mezz’ora nel bar dove ieri è stato negato un caffè a due immigrati. Ennesimo episodio di intolleranza ed esasperazione. Il sindaco chirurgo parla con una delegazione del quartiere e all’uscita dichiara che il degrado di Tor Sapienza sarà affrontato, ma senza rinunciare all’ospitalità. «L’accoglienza è una cosa, la violenza e il disagio un’altra», dice. E ancora: «Ho parlato con i cittadini e gli ho proposto di ospitare nel centro non più immigrati ma donne e bimbi in difficoltà». Marino ricorda l’apertura domenica scorsa della metro C, «un’opera per le periferie, il maggiore investimento negli ultimi 15 anni in Italia». E poi cerca un contatto con gli ostili e ringhiosi residenti. «Sono qui perchè i media vi hanno dipinto come criminali e razzisti – dice – ma siete persone come noi che cercano la felicità per se stessi e per i propri figli». E a breve riceverà una delegazione del quartiere in Campidoglio. Poi, il sindaco visita il centro per rifugiati sotto assedio e fa una passeggiata tra il degrado del quartiere, tra case occupate, buche, vie buie. Alla fine lascia Tor Sapienza ancora tra gli insulti e un coro di «vattene via». L’assessore alle Infrastrutture, Paolo Masini, promette che si sta lavorando a nuovi presidi delle forze dell’ordine nel quartiere e all’illuminazione delle zone più disagiate di Roma. Intanto il Pd attacca Marino e chiede la testa dell’assessore alle politiche sociali Rita Cutini. Il segretario cittadino Lionello Cosentino sottolinea che «ieri il sindaco era a Londra, mai la politica è stata così lontana dalla città». La conclusione sembra tirarla la consigliera Micaela Di Biase: «Io a tirare a campare non ci sto, al massimo meglio andare a votare».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login