Patrimonio, maxi-emendamento in commissione: meno sconti. M5s: “Esposto al Tar per evitare la svendita”

– «L’abbattimento del 10% non verrà applicato negli esperimenti di gara interessanti beni ricadenti nella città storica», «al fine di incentivare l’acquisto da parte dei richiamati utilizzatori, il prezzo di vendita degli immobili residenziali non di pregio offerti in opzione sarà pari al prezzo di mercato delle stesse unità immobiliari libere diminuito di una percentuale del 15%» (invece del 30%), «il diritto di prelazione passa da 60 a 90 giorni». I morosi avranno 60 giorni di tempo «dal ricevimento di apposita comunicazione relativa alla posizione contabile» per regolarizzare la loro posizione altrimenti «il bene verrà alienato con procedura di evidenza pubblica», «è condizione essenziale e imprescindibile per poter stipulare il contratto di acquisto non avere contenziosi giudiziari pendenti con l’amministrazione ovvero rinunciare all’avvio di azioni giudiziarie a tutela di situazioni soggettive i dipendenti dal rapporto di utilizzo del bene successive al contratto medesimo». Questi i punti specifici del maxi-emendamento elaborato dalla maggioranza capitolina insieme alla giunta e presentato oggi in Commissione Patrimonio. Inoltre, il provvedimento prevede che «dal programma di vendita vengono esclusi i beni assegnati ai sensi della deliberazione Consiglio comunale del 1995 e i seguenti immobili: Viale di Vigna Pia 33, Via Giovanni Palombini 15, Piazza Navona 68 piano 2 e piano 5, Via Nomentana 423». E, infine, «eliminare i seguenti immobili non residenziali al fine di destinarli alle attività socio/culturali/imprenditoriali a i sensi della deliberazione 2014 con procedura a evidenza pubblica: via di Tor Marancia 29, via Monte Croce 10/12, via dei Dalmati 2, via Monte Candida 17, via Ostiense 137B, Via pisino 9-11-13-15-17, Via Portuense 19/A, Via Portuense 31, Via Portuense 27, Via Portuense 25, Via dell’Arco del Monte 99, Via delle Saline 6 (residenziale).

«Sulla delibera n. 88 la battaglia in Aula continua. il M5S ha presentato migliaia di emendamenti contro un delibera del tutto illegittima ed inopportuna. È proseguito anche ieri il pressing del M5S capitolino. Dalle quattro pregiudiziali 5 stelle sulla legittimità statutaria della delibera si evince che senza i prezzi di vendita dei singoli immobili non è possibile per esempio emendare un valore anormalmente basso di un immobile o ancora è possibile ipotizzare che si potranno vendere gli immobili al prezzo che vogliono, tenuto conto della totale indeterminatezza dell’oggetto del provvedimento». Lo dichiarano in una nota Marcello De Vito, Daniele Frongia, Enrico Stefàno, Virginia Raggi. «Persino l’assessore alla legalità Sabella – prosegue la nota – oggi ha evidenziato alcune criticità ed anomalie del provvedimento. Ciononostante la Giunta oggi presenta pervicacemente un maxiemendamento che non solo non sana i vizi, ma anzi aggrava ulteriormente il danno che il provvedimento determina nei confronti dei cittadini. L’impianto della delibera n. 88 continua ad essere illegittimo per molteplici e profili, oltre che non accettabile in termini di merito, se si deve conseguire il risultato della valorizzazione delle risorse a favore della collettività. L’insistenza della maggioranza, che peraltro ha anche fortemente compresso la discussione e le prerogative dell’opposizione (ulteriore illegittmità), ha davvero dell’incredibile. Se quest’atto dovesse malauguratamente passare, il M5S Roma annuncia sin da ora un ricorso al TAR contro la delibera che svende il patrimonio dell’Amministrazione. Vediamo se anche gli altri gruppi di opposizione che oggi insieme a noi contestano (o fanno finta?), dopo che nella precedente consiliatura da maggioranza facevano un atto praticamente identico (del 43/2012), ci seguiranno», concludono i consiglieri 5 stelle.