"Siamo noi il centro d'Italia": guerra tra Rieti e Narni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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“Siamo noi il centro d’Italia”: guerra tra Rieti e Narni

Rieti e Narni si disputano il centro d’Italia. Le due cittadine si sfidano in una contesa pacifica, ma accesa, per l’attribuzione di luogo esatto mediano della penisola. Nei giorni scorsi la candidatura del paese umbro, oggi la risposta del capoluogo di provincia laziale. «Il Centro d’Italia non si tocca, la storia millenaria di Rieti lo custodisce ed è qui che rimane», dice il sindaco Simone Petrangeli. «Rieti è il centro d’Italia perchè nel mondo classico era considerata tale», aggiunge lo storico Roberto Lorenzetti, direttore dell’ Archivio di Stato della città. «Non vogliamo creare alcuna polemica con Rieti, ma noi abbiamo i nostri dati e li confermiamo – ribatte Francesco De Rebotti, sindaco di Narni, in provincia di Terni -. La nostra iniziativa non vuole andare contro nessuno e non vogliamo togliere nulla alla storia di una città, come Rieti, che apprezziamo e frequentiamo. Ci siamo però documentati e dalle verifiche fatte, anche con la collaborazione dell’Istituto geografico di Firenze, ci risulta che il centro sia qui». «Magari – propone ancora De Rebotti – potremo organizzare una bella iniziativa di approfondimento sulla questione, dalla quale potrebbe nascere anche un gemellaggio tra le due realtà». Intanto, però, a Narni il progetto di ricollocazione della segnaletica che indica il centro geografico d’Italia prosegue. «Ci permetterà di riqualificare gli spazi nelle vicinanze di ponte Cardona – conclude De Rebotti -, perchè anche noi abbiamo le nostre ricchezze». La verità, invece, secondo il sindaco di Rieti, va ricercata «nella storia della nostra terra che, sin dai tempi più antichi, è definita e universalmente riconosciuta come l’Umbilicus Italiae (Ombelico d’Italia)». Così è scritto, in diverse lingue, sulla targa in marmo collocata a Piazza San Rufo, il luogo dove si troverebbe secondo la tradizione locale il centro d’Italia. «I classici latini – aggiunge lo storico Lorenzetti – individuavano Rieti come Umbilicus Italiae, cosa ben più importante della fredda misurazione geometrica narnese. Ne parlavano Marco Terenzio Varrone, Virgilio e Plinio, e le prime misurazioni, tuttora impossibili secondo l’Istituto geografico militare, risalgono addirittura al medioevo. Si calcolò che Rieti era a 52 miglia dall’Adriatico ed altrettante dal Tirreno e a 310 sia da Augusta Praetoria (Aosta) che da Capo dell’Armi (Calabria). Più tardi l’ombelico d’Italia venne collocato proprio nel cuore della cittadina laziale, a Piazza San Rufo, dove tuttora si trova.

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