Mafia capitale, il Comune paga affitti per l'emergenza casa, ma alloggi mai abitati: erano di un imprenditore del clan | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, il Comune paga affitti per l’emergenza casa, ma alloggi mai abitati: erano di un imprenditore del clan

– Il Comune di Roma continua a pagare l’affitto e le utenze di alloggi destinati all’emergenza abitativa che in realtà non sono mai stati abitati da chi casa non ce l’ha e sono invece sempre rimasti nella disponibilità dello stesso imprenditore che l’ha concesse in locazione. L’ennesimo scempio emerge dalle carte dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha svelato come anche l’appalto per il restauro dell’aula Giulio Cesare del Campidoglio fosse truccato a beneficio di personaggi collegati a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, gli uomini al centro del ‘mondo di mezzò. Le indagini degli uomini del Comando unità speciali della Guardia di Finanza, partite dagli accertamenti su una serie di fatture false emesse per evadere il fisco da società riconducibili all’imprenditore Fabrizio Amore, hanno infatti accertato che alcune di queste imprese hanno concesso in affitto due complessi immobiliari nella zona dell’Ardeatina – periferia sud di Roma – al Comune di Roma, che li utilizza per l’emergenza abitativa. Complessivamente si tratta di 133 appartamenti, 96 nel complesso ‘Borgo del Poggiò in via di Fioranello e 37 in quello in via Valerio Giacomini. Per il primo ‘lottò, il Comune ha pagato 2,6 milioni l’anno, più le utenze: importo sceso a 2,3 milioni nel 2012 con il rinnovo del contratto che dura sei anni più sei se non interviene una disdetta. Il che significa che il Campidoglio sta ancora pagando 2,3 milioni l’anno. Per i 37 appartamenti di via Giacomini, invece, l’importo complessivo per l’affitto era di 800 mila euro, più le utenze. In sostanza, per le 96 unità abitative di ‘Borgo del Poggiò, ha accertato la Guardia di Finanza, il Comune ha pagato un affitto medio mensile di 2.257 euro. Un canone «eccessivamente oneroso» dice il Gip, in considerazione del valore catastale degli appartamenti. Ma non c’è solo questo. Tra le unità immobiliari affittate dal Comune, ci sono anche sei appartamenti dove si trovano gli uffici amministrativi delle società di Amore. Case che sono utilizzate per tutto tranne che per l’emergenza. «È tuttora in atto una truffa ai danni di Roma Capitale – aggiunge non a caso il Gip – che paga canoni di locazione per 96 unità abitative che dovrebbero essere a disposizione degli sfollati, mentre 6 sono utilizzate da Amore e dai suoi collaboratori per fini propri e del tutto estranei alle emergenze abitative». Una truffa che, conclude, «è ancora più grave se si pensa che il Comune ha rimborsato alle società locatrici anche i costi delle varie utenze».

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