Campidoglio, l'appello di Zingaretti: "Sinistra sia unita". Renzi: "Stop alle polemiche" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, l’appello di Zingaretti: “Sinistra sia unita”. Renzi: “Stop alle polemiche”

– All’indomani delle prove tecniche di strappo del fondatore di SI Stefano Fassina («pronti ad appoggiare al Campidoglio anche un candidato del M5s»), e alla vigilia di una mobilitazione generale di Sel sul territorio, Nicola Zingaretti mette sul piatto la sua autorevolezza in un tentativo di mediazione. «A Roma il centrosinistra – il suo appello – non deve dividersi, una divisione verrebbe vissuta come un ennesimo errore». Parallelamente c’è l’altro appello per Roma, quello di Matteo Renzi: «Io sarei – ha detto il premier – per una moratoria delle polemiche: per sei mesi mettiamoci al lavoro. Ci sono 7 mesi di commissario, utilizziamoli bene. Poi le discussioni politiche le vedremo a tempo debito. Per il momento attenzione soltanto alle cose concrete: buche, strade, luci in periferia, più presenza delle forze dell’ordine, più decoro, attenzione al bello». E a chi dà il Pd perdente nella corsa al Campidoglio, Matteo Orfini fissa l’appuntamento per le elezioni. «Questa – afferma – era la tesi di quelli che dicevano ‘continuerete con Marino in eterno anche se non va bene perchè avete paura di votarè. Noi abbiamo dimostrato che non avevamo paura di votare». La situazione romana è potenzialmente molto rischiosa, per il campo democrat: ieri più voci di Sel, a partire dal segretario romano Paolo Cento, hanno chiuso all’ipotesi di un candidato di coalizione con il Pd. Si va da soli, si cerca un nome (lo stesso Fassina?) per essere competitivi, contarsi, e soprattutto contare. E in un quadro frammentato e incerto come quello che si prospetta per il Campidoglio in primavera, una alleanza con Sel, che a Roma ha un peso non secondario (alle Europee 2014 la lista Tsipras superò il 6%) può significare, potenzialmente, arrivare o non arrivare al ballottaggio. Ma Zingaretti ha anche un tema ‘internò, perchè Sel – nella persona del vicepresidente Massimiliano Smeriglio – siede accanto a lui in giunta, mentre in Consiglio regionale il gruppo dei vendoliani è molto attrattivo: due consiglieri ex-listino (Marta Bonafoni e Daniela Bianchi, quest’ultima dopo un passaggio nel Pd) hanno aderito di recente portando a tre i consiglieri regionali alla sinistra dei democratici. Questo centrosinistra ‘storicò, quello Pd+Sel che si ripete in molte amministrazioni locali e che a Roma di fatto, tolta la parentesi Alemanno, governa da oltre vent’anni, vede in Zingaretti il rappresentante più autorevole. Da parte sua Smeriglio, che di Sel è dirigente nazionale, rivendica certo con orgoglio l’anomalia Lazio in contrapposizione al Partito della nazione renziano (il che sembra ‘blindarè la maggioranza regionale), ma è anche tra i primi a lanciare la campagna per la ricerca e la verifica sul campo di un candidato convincente. Zingaretti è per allargare il campo: «Bisogna partire al più presto con la mobilitazione delle persone per le idee e i progetti – ha affermato oggi il governatore – riallacciando così i fili di uno schieramento largo». Le voci rimbalzano, e c’è chi pensa che l’attuale soprintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes potrebbe essere un asso nella manica (dovrebbe fare parte anche del Dream Team giubilare). Ma nella discussione è entrato oggi anche uno dei nomi che puntualmente ricorrono nei toto-nomi capitolini, quello del fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi. «Lancio l’idea di una Costituente per Roma – ha detto – per far ripartire la città bloccata da un crescente immobilismo». Per Orfini il candidato sarà scelto «a gennaio, quando fisseremo le primarie».

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