Truffa alla sanità, ispezione della Gdf all'ospedale Israelitico: si va verso il commissariamento | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Truffa alla sanità, ispezione della Gdf all’ospedale Israelitico: si va verso il commissariamento

– Il Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di Finanza, guidato dal generale Gaetano Scazzeri, ha eseguito stamani, su delega dell’Autorità Anticorruzione – a quanto si apprende – due ispezioni, una alla Regione Lazio e l’altra all’Ospedale Israelitico di Roma, per acquisire tutti gli atti relativi alla vicenda che ha riguardato di recente la struttura sanitaria. Lo scorso 21 ottobre 17 tra dirigenti, medici e operatori sono stati raggiunti da misure restrittive per le ipotesi di falso e truffa. – Le misure restrittive – 14 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria – emesse dal gip del tribunale di Roma Maria Paola Tomaselli su richiesta dei pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, hanno riguardato anche l’ex direttore generale dell’Ospedale Israelitico, Antonio Mastrapasqua, posto ai domiciliari. Mastrapasqua si è dimesso dalla carica lo scorso 23 ottobre. Tre i filoni su cui si concentra l’inchiesta della procura di Roma: alterazione della tipologia di interventi eseguiti per ottenere rimborsi maggiorati; modifica dello stato dei luoghi, della destinazione d’uso dei locali ospedalieri e delle attività sanitarie per mascherare lo svolgimento di attività irregolari; erogazione parziale, in carenza di autorizzazione, dei servizi di assistenza domiciliare. La possibilità per l’Anticorruzione di procedere con un’istanza di commissariamento anche per il reato di truffa discende da una modifica della normativa che regola i poteri affidati all’Authority approvata dal governo durante lo scorso Consiglio dei ministri. Precedentemente il reato di truffa non era annoverato fra quelli per cui l’Authority poteva intervenire. Il commissariamento consente alla struttura sanitaria di continuare a operare, salvaguardando sia l’erogazione delle prestazioni sanitarie sia il personale. Se non scattasse una procedura di questo tipo, la Regione dovrebbe intervenire con una revoca della convenzione, che potrebbe invece pregiudicare l’operatività dell’ospedale e avere contraccolpi sul personale che vi opera.

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