Danni alla stele di Pasolini, la firma di Militia | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Danni alla stele di Pasolini, la firma di Militia

“Io muoio, ed anche questo mi nuoce”, potrebbe scrivere oggi, come allora, Pier Paolo Pasolini vedendo la stele in sua memoria spezzata e ricoperta di insulti. “Ma quale poeta e maestro: frocio e pedofilo, era questo”: l’atto di vandalismo intellettuale a firma Militia copre i versi del poeta che all’Idroscalo di Ostia, sul litorale romano, trovo’ una morte violenta. “Passivo come un uccello che vede tutto, volando, e si porta in cuore nel volo in cielo la coscienza che non perdona”, i versi del poeta riportati sulla stele hanno cosi’ dovuto lasciare il posto a parole volgari che pesano oggi come le immagini di quell’assassinio avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. A scoprire il danneggiamento sono stati i volontari della Lipu che gestiscono l’oasi Centro habitat Mediterraneo, vicino all’Idroscalo di Ostia. L’associazione ha denunciato l’episodio ai carabinieri che hanno fatto i rilievi e sequestrato lo striscione con gli insulti: “E’ un fatto di particolare gravita’ – commenta il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria – organizzato da persone che predicano e praticano la violenza e la sopraffazione e non si fermano nemmeno dinanzi alle pacifiche testimonianze della memoria. Sono eventi che certamente spaventano ma che, pur contraddistinti dalla violenza della distruzione fisica, sono privi della forza di fermare la cultura, specie quella della poesia, del dialogo, dell’apertura al mondo. Contribuiremo a rimettere le cose a posto, anche attraverso un evento simbolico speciale”. Di “atto vigliacco” nei confronti di un “grande italiano e un grande intellettuale” ha parlato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che si dice pronto a “sostenere il ripristino dell’opera”. Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera, lancia un appello affinche’ “tutte le forze democratiche e civili trovino le parole giuste per condannare questo atto e si impegnino per far luce sui misteri che ancora avvolgono l’assassinio di Pier Paolo Pasolini. Quanto accaduto allo stele dell’Idroscalo che ricorda il brutale omicidio di Pier Paolo Pasolini e’ tipico di una violenza di sapore reazionario e fascista”. Parole di condanna per l’atto vandalico sono venute anche dal candidato sindaco Roberto Giachetti del Pd “potete distruggere la sua lapide, ma non riuscirete mai a cancellare la storia straordinaria di un grande intellettuale italiano”, e dal candidato di Si-Sel Stefano Fassina: “Un atto barbaro che offende la memoria di uno dei piu’ grandi intellettuali del Novecento nonche’ dell’intera citta’ di Roma”.

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