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Ama, va in onda la controrivoluzione. Resta il dg Bina?

ama roma 190815Ama, va in onda la controrivoluzione. O meglio, si cerca di tornare ad una difficile normalità. Resta il dg Bina ad affiancare il nuovo amministratore unico Antonella Giglio? Potrebbe anche essere. Il manager lombardo chiamato la scorsa estate a ricoprire il ruolo di direttore generale dell’Ama con la benedizione della Casaleggio e Associati ha avuto una proroga di incarico. Ufficialmente per valutare le 25 candidature che sono arrivate ai piani alti della municipalizzata in risposta al bando pubblicato proprio per la scelta del nuovo dg, che dovrà avere «una significativa esperienza di almeno cinque anni in posizioni apicali in primarie società industriali e di servizi (pubbliche o private) di significativa rilevanza nazionale o regionale del medesimo settore». Eppure il direttore generale sembrava ormai vicino alle dimissioni indotte, con il la sindaca che, nonostante i tentativi di mediazione provenienti da Milano, vedeva in lui il nemico interno dell’assessora all’ambiente dimissionaria, che l’inquilina di Palazzo Senatorio considerava una fedelissima, pedina fondamentale sulla scacchiera della sua amministrazione. Con il passare dei giorni – e l’arrivo della nuova responsabile capitolina dell’ambiente, Pinuccia Montanari – i toni si sono stemperati, e la stessa Raggi ha capito di aver ben altri problemi (e nomine) da affrontare in queste settimane. Il manager venuto dal Nord resta dunque al suo posto, almeno per ora. Ma potrebbe essere l’uomo giusto su cui puntare anche per il futuro prossimo.

L’Ama sarà chiamata nei prossimi mesi a compiere passi cruciali per il proprio futuro, anche per ovviare alle marce indietro dell’amministrazione capitolina rispetto alle scelte strategiche compiute nel recente passato. Ieri la commissione ambiente ha approvato la delibera di iniziativa consiliare, presentata dalla maggioranza pentastellata, che revoca il progetto di realizzazione di un ecodistretto a Rocca Cencia, ideato dalla giunta di Ignazio Marino con l’obiettivo di trattare parte dei rifiuti differenziati che adesso vengono inviati all’estero. «Il testo, che approderà poi in assemblea capitolina, rappresenta un nuovo step nella nostra visione dell’impiantistica ambientale a Roma – scrive su Facebook il presidente della commissione Daniele Diaco (M5S) – Abbiamo recepito inoltre le istanze di cittadini, comitati e associazioni, che da anni esprimono le loro preoccupazioni per le possibili conseguenze per l’ambiente e la salute».

Contrordine, cittadini. Archiviate le guerre intestine contro l’ex assessore Paola Muraro, l’irritazione di Virginia Raggi, la nuova macrostruttura più o meno condivisa con il nuovo amministratore unico Antonella Giglio, adesso Stefano Bina – manager lombardo chiamato la scorsa estate a ricoprire il ruolo di direttore generale dell’Ama con la benedizione della Casaleggio e Associati – potrebbe restare al timone dell’azienda di via Calderon de la Barca. Per ora l’incarico di Bina è stato formalmente prorogato fino al 31 gennaio (sarebbe scaduto a fine 2016).

Ufficialmente per valutare le 25 candidature che sono arrivate ai piani alti della municipalizzata in risposta al bando pubblicato proprio per la scelta del nuovo dg, che dovrà avere «una significativa esperienza di almeno cinque anni in posizioni apicali in primarie società industriali e di servizi (pubbliche o private) di significativa rilevanza nazionale o regionale del medesimo settore». Tra i curriculum arrivati per la selezione c’è anche quello dell’ingegnere di Voghera. Che, neanche a dirlo, avrebbe tutte le carte in regola per spuntarla.

L’EVOLUZIONE
Una svolta che avrebbe del clamoroso, se pensiamo alla situazione di appena 20 giorni fa. Quando, subito dopo le dimissioni della Muraro, Bina sembrava dover diventare il capro espiatorio della guerra intestina ai Cinque stelle sul delicato fronte dei rifiuti. Il direttore generale sembrava ormai vicino alle dimissioni indotte, con la sindaca che, nonostante i tentativi di mediazione provenienti da Milano, vedeva in lui il nemico interno dell’assessora all’ambiente dimissionaria, che l’inquilina di Palazzo Senatorio considerava una fedelissima, pedina fondamentale sulla scacchiera della sua amministrazione. Con il passare dei giorni – e l’arrivo della nuova responsabile capitolina dell’ambiente, Pinuccia Montanari – i toni si sono stemperati, e la stessa Raggi ha capito di aver ben altri problemi (e nomine) da affrontare in queste settimane. Il manager venuto dal Nord resta dunque al suo posto, almeno per ora. Ma potrebbe essere l’uomo giusto su cui puntare anche per il futuro prossimo.

LA DELIBERA
L’Ama sarà chiamata nei prossimi mesi a compiere passi cruciali per il proprio futuro, anche per ovviare alle marce indietro dell’amministrazione capitolina rispetto alle scelte strategiche compiute nel recente passato. Ieri la commissione ambiente ha approvato la delibera di iniziativa consiliare, presentata dalla maggioranza pentastellata, che revoca il progetto di realizzazione di un ecodistretto a Rocca Cencia, ideato dalla giunta di Ignazio Marino con l’obiettivo di trattare parte dei rifiuti differenziati che adesso vengono inviati all’estero. «Il testo, che approderà poi in assemblea capitolina, rappresenta un nuovo step nella nostra visione dell’impiantistica ambientale a Roma – scrive su Facebook il presidente della commissione Daniele Diaco (M5S) – Abbiamo recepito inoltre le istanze di cittadini, comitati e associazioni, che da anni esprimono le loro preoccupazioni per le possibili conseguenze per l’ambiente e la salute». Ma le alternative per la gestione dei rifiuti languono: «La commissione per dare un parere negativo avrebbe dovuto anche individuare come reperire i due milioni di risparmi messi in bilancio – sottolinea Athos De Luca, responsabile del Forum Ambiente del Pd – Rifiuti zero non vuol dire spedire tutto agli impianti e agli inceneritori fuori Roma, con una violazione di legge e un notevole aumento dei costi di smaltimento, che pagheranno i cittadini

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