Commercio, turismo e politica: alla ricerca di un linguaggio comune - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Commercio, turismo e politica: alla ricerca di un linguaggio comune

L’Officina del sapore, la convention dell’AEPER al Waldorf Astoria

ambasciatori_gelatoIl titolo assegnato alla convention dell’AEPER ( Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Roma) nei saloni del Waldorf Astoria può trarre in inganno. “L’officina del sapore” rimanda ad un evento di eccellenze gastronomiche piuttosto che ad un appuntamento politico di grande rilievo. In realtà l’evento vuol essere l’uno e l’altro. Qualche settimana fa il leader della organizzazione, Claudio Pica, lo diceva con chiarezza, energia, e anche con una certa durezza in una intervista al nostro giornale: va realizzato un ponte tra le categorie produttive della capitale e l’amministrazione, la politica. Un ponte per riaccendere un dialogo che oggi fatica a decollare e limita la possibilità di scelte condivise. Nell’ambito della convention di sabato e domenica prossima tutti i soggetti interessati siederanno attorno allo stesso tavolo, chiamati a dibattere, a confrontarsi, a scontrarsi. Sullo sfondo i prodotti di qualità, realizzati appunto dalla officina del sapore; ristorazione, gelateria artigianale, caffetteria, pasticceria e cioccolateria passando per la Vineria e il Food & Beverage. Quanto di meglio può offrire la capitale sul piatto della accoglienza, volano eccellente per un turismo che va indirizzato sempre più sulla qualità e non abbandonato a se stesso sulla piazza romana. Perché il loro effetto arrivi serve una logica comune, una logica d’impresa ma anche una logica di gestione della cosa pubblica. Ed ecco che “L’officina del Sapore” diventa una occasione unica di incontro tra esercenti e aziende, tra aziende, esercenti, politici e amministratori. Una formula inedita che potrebbe funzionare ed essere replicata. Politici e amministratori raramente accettano il confronto e il contradditori. Ma questi ultimi hanno un potere e una responsabilità enormi, quelli di accelerare o frenare i processi di crescita e di sviluppo. Di errori ne sono stati fatti tanti, nel passato, si deve impedire in tutti i modi che incomprensioni e rigidità mandino a fondo quel tessuto produttivo che per alcuni versi tiene letteralmente a galla la città. Nel contenitore della convention dell’AEPER c’è dell’altro, oltre alla determinazione di un incontro tra produzione e distribuzione con l’obiettivo di creare rapporti preferenziali e di un contatto diretto tra le aziende produttrici e i pubblici esercizi nella duplice veste di consumatori e distributori. Si parlerà di turismo e si getteranno le basi per un convegno che porti ad un progetto per rilanciare il settore nella capitale. Un progetto serve, e molto in fretta. In queste settimane si assiste ad un imbarazzante balletto attorno al famoso “tavolo” aperto dal governo con il Campidoglio e con tutti soggetti imprenditoriali e sociali della capitale. Al di là delle polemiche fin qui si assiste ad un esercizio accademico senza costrutto. I tempi di queste operazioni di politica-maquillage possono essere lunghissimi, Roma sta andando a fondo, come racconta e documenta nelle sue scorribande sui social il presidente Claudio Pica, e non c’è tempo da perdere. Il quadrante turismo/accoglienza raccoglie tutte le forze vive della città, e comprende certamente quelle presenti alla convention dell’AEPER. In una logica di vasi comunicanti la crisi del turismo investe direttamente gli esercenti, i pubblici esercizi in genere. Si avverte l’assenza di una strategia, di una linea concordata e condivisa che impedisca ad esempio il moltiplicarsi di aperture di nuovi locali nonostante il mercato sia già saturo, che governi e piloti i fenomeni turistici e commerciali, che premi la qualità e disincentivi tutto ciò che alimenta la confusione e impoverisce la città. I modi per fare un lavoro comune e per togliere Roma dai guai ci sono.

Giovanni Tagliapietra

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