ESERCENTI/Pica: “A rischio cinquemila posti di lavoro" - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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ESERCENTI/Pica: “A rischio cinquemila posti di lavoro”

Claudio Pica

Claudio Pica

Va avanti, fra i malumori più o meno espliciti degli esercenti, la concertazione sui Piani di Massima Occupabilità tra Comune di Roma e I Municipio da una parte, e le associazioni dei titolari di esercizi pubblici dall’altra. Ufficialmente in vigore dal 1º gennaio 2014, i PMO sono suscettibili di eventuali deroghe da approvare entro la finestra di 60 giorni decisa nell’incontro del 23 dicembre scorso fra le parti. Dal vertice che si è tenuto la settimana scorsa in Campidoglio con gli assessori alla Roma Produttiva Marta Leonori e alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo, gli esercenti non sembrano però essere usciti troppo convinti, nonostante l’imminente insediamento delle commissioni comunale e municipale per analizzare il problema. “Onestamente no” è la risposta di Liborio Pepi, presidente della Fiepet Confesercenti (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) della Provincia di Roma, a chi gli chiede se sia soddisfatto del faccia a faccia. Pepi ribadisce: “Resta il fatto che dal 1º gennaio i piani sono in vigore, con tanto di verbale e multa”. C’è disaccordo poi sulla data di apertura della fase di dialogo: “Secondo il Comune – afferma Pepi – i 60 giorni partono dal 20 dicembre, da quando ci siamo visti la prima volta, mentre noi abbiamo chiesto si partisse dal 1º gennaio”. “Noi abbiamo chiesto la semplificazione – spiega Pepi – per verificare la fattibilità dei progetti di revisione, magari spendi 5.000 euro per un progetto che ti viene bocciato. Ora ci riuniamo tra le associazioni per decidere come muoverci, è presto per parlare di azioni in comune”. Più sfumata la reazione di Stefano Ciccazzo, vicepresidente della Fipe (Federazione italiana dei pubblici esercenti) che, ricordiamo, non ha preso parte alla grande manifestazione del 20 dicembre che invece vide come protagonista Fabio Mina della L.U.P.E.

Ancora più drastico invece Claudio Pica dell’Associazione esercenti Bar e Gelaterie di Roma e Provincia da poco associata alla Confesercenti: “Se i Piani dovessero essere applicati, chiederemo l’apertura di un tavolo emergenziale presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Ssi parla tanto delle crisi dei grandi gruppi industriali ma se la scellerata scelta del Comune di Roma dovesse non subire almeno un ulteriore slittamento, ci potrebbero essere 5000 posti di lavoro a rischio. Il problema è abbastanza semplice quanto ovvio: se si dovessero rivedere uno ad uno tutti i singoli piani ci vorrebbero almeno 3-6 mesi visti i ritmi di lavoro ed i carichi di lavoro da assegnare agli uffici capitolini. Pertanto la prima cosa da fare è dare almeno un’altra proroga. Il rischio comunque concreto è che ogni Esercente che ha ricevuto una decurtazione oppure una totale soppressione degli spazi esterni, dovrà far redigere da professionisti un nuovo studio da presentare con costi che sono tutti a carico dell’imprenditore. Con il rischio che fra qualche mese ci siano ulteriori modifiche da apportare, visti anche i nuovi documenti dei Vigili del Fuoco che riducono leggermente gli spazi di passaggio. La situazione – conclude Claudio Pica – è molto confusa e come sempre chi  paga le conseguenze è chi crea lavoro e viene subissato di provvedimenti assurdi che invece di semplificare le procedure, introducono divieti ed aumenti di costi .”

Gian Luca Rizzante

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