Le fughe di Marino

In situazione di emergenza i ministri, i premier, i presidenti, rimandano impegni importanti di livello internazionale, fanno slittare viaggi a Washington. Ignazio Marino con il Campidoglio in fermento, lo spettro di un default alle porte, la rissa all’interno della sua maggioranza e le manovre di corridoio in corso per cambiare la squadra di governo, riunisce la giunta di domenica ma poi si prende due giorni di vacanza istituzionale a Parigi. La Francia è bella e stare a Parigi è prestigioso ma per quanto possa essere importante un impegno istituzionale a Parigi, non può risultare uno schiaffo ai romani costretti a una complicata difficile realtà quotidiana. Ci aspetteremmo di sapere il sindaco barricato nel suo studio con tutti i possibili esperti di diritto, economia, finanza, ordine pubblico, stretti intorno a lui, a cercare soluzioni immediate per tutti i problemi, ci aspetteremmo notti insonni e provvedimenti urgenti a raffica, ci piacerebbe vedere Marino, accompagnato da quel buontempone del comandante dei vigili Clemente, a pattugliare le notti romane a caccia di spacciatori, prostitute, abusivi, rom e quant’altro. Forse risulterebbe più simpatico, forse il suo livello di gradimento salirebbe, forse imparerebbe le cose che servono per risolvere almeno in parte i problemi di una città che non conosce e che non ha mai voluto conoscere. Giovanni Tagliapietra