Marino se ne vada, lasci ad altri la possibilità di salvare Roma - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino se ne vada, lasci ad altri la possibilità di salvare Roma

marino_sugli_autobus_solo_entrata_anterioreHa ragione chi, dai banchi dell’opposizione in Campidoglio, afferma che siamo ai limiti della fantascienza. Parliamo di Roma, e la sorte della Capitale è e deve essere un problema nazionale. Non solo per una questione politica ma anche per una dimensione istituzionale. Non è ammissibile che mentre l’amministrazione capitolina è a un passo dal baratro finanziario il sindaco litighi platealmente e pubblicamente con il suo assessore al bilancio, che – apprezzata e apprezzabile che sia – viene pur dalla Magistratura contabile e dovrebbe intendersi di bilanci e di conti. La Morgante se ne va sbattendo la porta e Marino non fa una piega. Lunare, sicuramente, la situazione che si è venuta a creare. Possibile che delle primedonne possano mandare a fondo la capitale? Come sia andata veramente forse non si saprà mai, ma il braccio di ferro durava da settimane. L’assessore pretendeva tagli consistenti, forse troppo, e il sindaco frenava, pressato alle spalle dal partito egemone preoccupato soprattutto di non perdere voti e consensi alla vigilia della campagna elettorale. Senza quei tagli Roma affogherà, con quei tagli (lineari?) la città morirà per altri motivi o comunque soffrirà le pene dell’inferno. C’è una terza via? La politica serve proprio a questo. Marino non è un politico e non serve andare a bussare a Palazzo Chigi, a questo punto. Se ne vada e lasci tutto in mano a un commissario. Forse ne verremmo fuori.

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