Sanità, il piano di rientro di Zingaretti parla la lingua dei tagli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sanità, ospedali da chiudere e personale da trasferire: ecco il piano Zingaretti

nicola-zingarettiC’è chi sarà riassorbito, chi non sarà autonomo, chi vedrà tagliarsi i posti letto e chi deve chiudere. E’ la multi-prospettiva per la sanità del Lazio, alcune delle novità riportate dal commissario straordinario, il governatore Zingaretti, che è stato consegnato ai ministeri di Economia e Salute. Un dossier di 180 pagine intitolato “Nuova edizione dei programmi operativi 2013-2015”, che è il progetto per applicare il piano di rientro al debito. La maggior parte dei soldi del settore se ne vanno in più di 2 miliardi di stipendi per pagare 50 mila dipendenti. Che da domani potranno essere spostati a seconda delle esigenze. La mobilità sarà quindi la parola chiave di un periodo che sarà caratterizzato da ospedali costretti alla serrata. Il turnover è bloccato su quota 15%, ma le assunzioni saranno approvate solo dopo un’attenta analisi sul ‘trasloco’ di medici e infermieri, con le esigenze degli organici che saranno pronte fra due mesi. Così il San Filippo Neri non sarà più un’azienda ospedaliera autonoma, sarà assorbito dall’Asl Roma E. Quest’ultima si unirà alla Roma A. Il Santo Spirito diventerà il punto di riferimento per l’emergenza nel centro di Roma. Il decreto Zingaretti porta con sé le conferme della riduzione dei posti letto: 395 per gli acuti nel pubblico, circa 300 nel privato. Dati che destano preoccupazione, ma dalla Pisana confermano che in una Regione con 300mila abitanti il tetto di 3,7 postazioni a residente sarà rispettato. L’obiettivo è far scendere la quota del 53% delle prestazioni ospedaliere e aumentare, allo stesso tempo, quelle per la sanità di prossimità con Rsa, case della salute e poliambulatori. Chiuderà il Forlanini. Mentre a Monterotondo, Subiaco e Bracciano le strutture sono sotto osservazione perché in aree disagiate. Ridimensionati Acquapendente e Amatrice, che si prepara al referendum di domani per lasciare il Lazio come unica possibilità di difendere il suo ospedale. Tornando invece alla Capitale il San Filippo Neri resterà un Dea di primo livello, ma sarà assorbito dalla Asl Roma E. Tutto colpa del debito e del piano di rientro da rispettare.

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