Commercio, l'autunno caldo di ambulanti e ristoratori per difendere banchi e tavolini selvaggi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Commercio, l’autunno caldo di ambulanti e ristoratori per difendere banchi e tavolini selvaggi

tavolino selvaggioNessun passo indietro. Sui tavolini del centro storico il Municipio I va avanti: nuove strade e ancora tagli. Ecco il piano, lo stesso, sui piani di massima occupabilità. All’appello mancano ancora altre 150 strade su cui non si vedranno più sedie e dehhors. Agitazione nel mondo del commercio capitolino. Per le vie storiche che formano Esquilino, Trastevere, via Cavour, via della Scrofa (e altre fino ad arrivare a 22) è scattata la consultazione con gli ufficio del parlamentino della city. Ma il destino è lo stesso: si cambia, saranno dimezzati o cancellati. Potrebbe accadere tra piazza di Pietra e il Pantheon, via dei Pastini, dove i tavolini dovrebbe sparire per sempre. Le schede e i progetti sono in via della Greca, sede dell’assessorato alle Attività produttive, dove esercenti e residenti potranno portare le loro osservazioni. I titolari di bar e ristoranti non ci stanno e, al pugno di ferro del Campidoglio, hanno risposto con delle prime manifestazioni. Oltre i punti critici da cambiare, allo studio degli esercenti c’è anche la possibilità di una serrata a oltranza. Poche però le adesioni, circa 30, e nessuna voglia di manifestare per fare a botte con i vigili – come accaduto nelle scorse settimane a Tor Millina. A dare forfait anche i locali del Pantheon, colpiti da una stanga per un’evasione fiscale accertata di oltre 300mila euro. A piazza Navona, invece, sventola bandiera bianca: i ristoratori hanno già provveduto a rimettere nei magazzini tavoli e sedie, in attesa dei piani di massima occupabilità definitivi.

Capitolo urtisti. E’ previsto per oggi a palazzo Senatorio un incontro con l’amministrazione per evitare l’allontanamento dalle piazza storiche di Roma. Gli ambulanti chiedono il dialogo, ma, in realtà, non hanno alcuna intenzione di fare dietrofront. Le licenze, negli anni, sono diventate una vera e propria assicurazione sulla vita: spostarsi in altre zone significa perdere guadagni certi e garantiti dalle ‘cartoline’ di Colosseo, piazza di Spagna e Fori Imperiali. Il Comune li vuole altrove, il principio di equivalenza (una zona che dovrebbe garantire gli stessi incassi) difficile da rispettare. Per 43 urtisti del centro il destino è segnato: dovranno lasciare il museo a cielo aperto di Roma. Anche nel Pd ci sono le prime crepe: il presidente dei dem romani, Tommaso Giuntella, prende le distanza dal suo sindaco. Per lui, eletto nel Municipio I, Marino sbaglia perché “gli urtisti non c’entrano con i problemi di decoro. La battaglia è aperta.

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