Pd, la conferenza programmatica con il neocapogruppo Panecaldo: pronto il rimpasto. Sfiduciato il segratrio Melilli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd, il nuovo capogruppo è Panecaldo: pronto anche il rimpasto. Sfiduciato il segretario Melilli

Contro il numero uno dei dem del Lazio una mozione per protestare contro la gestione del partito e per le liste della Città Metropolitana. Guerini stoppa il blitz

– Alla vigilia della conferenza programmatica del Pd Roma che si svolgerà domani e sabato al Teatro Quirino, il gruppo dem in Campidoglio, dopo settimane di attesa, elegge il successore di Francesco D’Ausilio, Fabrizio Panecaldo già coordinatore della maggioranza. Una scelta faticosa, che alla fine ha visto i consiglieri puntare sull’ esperienza in Aula del neo-capogruppo. Il tutto mentre il sindaco Ignazio Marino – che prenderà parte alla due giorni del Pd – si appresta a metter mano alla giunta. La conferenza programmatica si aprirà alle 15.30 con i saluti del segretario Lionello Cosentino: «Sarà un confronto libero con l’obiettivo di far ripartire Roma, siamo preoccupati per una crisi economica crescente che dura ormai da troppi anni e che soprattutto nelle periferie mostra il segno di una sofferenza sociale sempre più forte – ha detto oggi Cosentino -. O si parte da lì o non riusciremo a venirne fuori». Previsti diversi interventi tra domani e dopo domani: dal ministro Marianna Madia al ministro Paolo Gentiloni, da Marino al governatore Nicola Zingaretti, fino al Procuratore Capo della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone. Da questo incontro «mi aspetto moltissime idee», ha affermato Marino che – dopo la vicenda delle multe e della rivolta di Tor Sapienza – sembrava esser stato messo all’angolo dal suo partito. «Ho lavorato in questi giorni con Marco Causi – ha riferito stamane – Ci siamo confrontati, io ho messo a sua disposizione tutto il lavoro fatto in questi primi mesi di governo attraverso diverse schede. Gli ho trasmesso i dati del piano di rientro e tutto ciò in cui siamo riusciti ad eliminare gli sprechi significativi del passato. Mi aspetto un’analisi che possa portare molte nuove idee per l’innovazione della nostra città». L’appuntamento dem potrebbe dare un’accelerata anche al rimpasto dell’esecutivo Marino: qualcuno vocifera che potrà concretizzarsi già sabato, dopo le dimissioni dell’assessore allo Sport Luca Pancalli, in odore di comitato olimpico Roma 2024. «Pancalli è una persona straordinaria – commenta il primo cittadino -. Credo ora sia attratto da altre sfide planetarie». Fuori Rita Cutini si ragiona anche sul nuovo assessore al Sociale, che potrebbe essere Elisabetta Bianca Melandri (sorella dell’ex ministro e presidente di una onlus attiva nel sociale) che il sindaco avrebbe già incontrato. Ma c’è chi fa il nome anche di Lidia Borzì (Acli). Il resto dovrebbe sostanziarsi in un cambio di deleghe con l’ingresso ai Lavori Pubblici di Maurizio Pucci: Paolo Masini si sposterebbe alla Scuola, assumendo forse anche la delega allo sport, e Alessandra Cattoi al Turismo (scisso dalla Roma Produttiva di Marta Leonori). Si parla anche dell’ingresso di una nuova figura a Palazzo Senatorio: il city manager, una figura operativa per fare da cerniera con la città e i vari settori dell’amministrazione. «Il city manager non metterà affatto ‘un guinzagliò al Sindaco di Roma – commenta Cosentino -. Se ci sarà è perchè lo sceglie il Sindaco. Io non sono affatto contrario».  All’assemblea regionale del Pd del Lazio, in corso in un hotel del centro di Roma, è stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti del segretario Fabio Melilli. Il testo, firmato da 114 membri su 215, sarebbe stato condiviso da alcuni sostenitori dello stesso segretario, di Lorenza Bonaccorsi e Marco Guglielmo, i due sfidanti di Melilli alle primarie del febbraio scorso. La mozione è stata presentata prima della relazione di Melilli da Guglielmo, che ha parlato di gestione disastrosa «della segreteria per nove mesi: quattro mesi ci sono voluti per formare la segreteria, che è stata poi azzerata dopo quattro settimane». All’assemblea, secondo quanto si è appreso, è presente il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini.

Non c’è pace nel Pd Lazio che oggi, durante l’assemblea ha visto la presentazione di una mozione di sfiducia al segretario Fabio Melilli, colpevole, secondo 114 deputati su 215, di non essersi dato abbastanza da fare per rinnovare la segreteria che lui stesso aveva azzerato a settembre dopo il caos sulle liste delle città metropolitane. L’assemblea non ha fatto i conti però con la dura sferzata del vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini: «Richiamare i cittadini ad un appuntamento elettorale interno che conclude un’esperienza molto breve non è utile e rischia di essere un salto nel buio», ha detto subito. La mozione di sfiducia, che come da regolamento sarà posta all’ordine del giorno della successiva assemblea che dovrà essere convocata a strettissimo giro, è stata comunicata da Marco Guglielmo, membro dell’assemblea del Pd Lazio ed uno degli sfidanti del segretario Melilli nelle primarie del febbraio scorso insieme a Lorenza Bonaccorsi. Una mozione che ha visto l’appoggio dell’area civatiana, dei popolari e di alcuni zingarettiani. In un’assemblea dove su 215 membri se ne sono registrati solo 58, il segretario Melilli ha disegnato la sua idea di segreteria, «snella e con personalità che già si sono rese disponibili, aperta anche a segretari provinciali e a capigruppo di Comune e Regione». Una proposta per ripartire, la sua, che vada oltre le logiche di corrente ma che se non sarà possibile attuare non verrà da lui ostacolata«. Ma sono state le parole di Guerini a scuotere gli animi dell’assemblea, parole dure che sono suonate come un vero rimbrotto a chi »si concentra troppo sulle correnti anzichè sul merito delle questioni. Non si può immaginare – ha detto – in una regione così importante come il Lazio di andare nuovamente alle primarie verso prospettive che mi paiono nebulose«. Un richiamo alle responsabilità dunque e a svolgere un »lavoro di lunga lena« e l’augurio, che suona come un monito, che »la mozione di sfiducia sia un invito alla franchezza del dibattito da condurre lontana dallo spettro delle correnti. La discussione, mi auguro, non si concluda con un accomodamento tra cordate perchè serve un lavoro serio«. E poi la stoccata finale: »Il partito nazionale è a fianco al regionale« ma se il confronto non sarà serio »avremo perso un’occasione« e »un’ipotesi commissariamento sarebbe una sconfitta. Chi ha presentato la mozione – ha concluso – senta il peso di questa responsabilità perchè bisogna costruire condizioni per lavorare bene e non solo dire quando le cose non vanno«

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