Mafia capitale, Marino da Cantone per consegnare le carte: sotto osservazione 120 appalti e lodi Atac-Roma Tpl | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Marino da Pignatone per le carte: sotto osservazione 120 appalti e lodo Atac-Roma Tpl

I settori incriminati: sociale, emergenza abitativa e gestione del verde. Tra il 2007-2013 "c'è stato un aumento significativo delle procedure su base negoziale e affidamenti diretti invece che con bandi di gara", spiega Marino

– La Procura di Roma di questi tempi non è alle prese solo con il ‘Mondo di Mezzò. Tra le tante cose, indagherà anche su un lodo arbitrale tra Atac, la municipalizzata dei trasporti, e Roma Tpl, il consorzio che gestisce le linee bus in periferia. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino: «Ho portato le carte al procuratore Pignatone, e ho saputo che anche su questo ieri sera era stata aperta un’inchiesta». La vicenda era emersa a fine ottobre quando, a causa del relativo pignoramento di 77 milioni all’Atac, era stato prospettato un rischio concreto per l’operatività dei bus nella Capitale, poi scongiurato. Il pignoramento notificato alla municipalizzata romana era relativo ad un contenzioso attivato da Roma Tpl sul servizio dal 2006 al 2010. E proprio domani, a quanto si apprende, è prevista peraltro l’udienza di discussione, fissata dalla Corte di Appello di Roma, in merito alla richiesta fatta da Atac di revocare il decreto di esecutività del lodo arbitrale del 2009. Il giorno dopo aver lanciato l’Sos per la mobilità capitolina – la mattina del 31 ottobre – Ignazio Marino era andato dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone per consegnargli una memoria sulla vicenda del lodo arbitrale. L’amministrazione non si spiegava «perchè precedentemente non» fosse «stata mai contestata la legittimità del ricorso al lodo. Nè perchè la giunta guidata da Gianni Alemanno non» avesse «operato per ridurre i rischi economici per Atac». «Noi – aveva spiegato il sindaco – riteniamo che le richieste della controparte non siano congrue». «Il sindaco Marino si è presentato alla procura di Roma lasciando intravedere con il nulla fantasiose trame politiche rispetto ad un esito avverso dei contenziosi giudiziari», la replica allora di Gianni Alemanno. A novembre la giunta capitolina aveva comunque votato una delibera per fornire i circa 77 milioni a garanzia del pignoramento. Oggi l’annuncio dell’apertura dell’inchiesta: «Io ho consegnato delle carte in diverse occasioni al Procuratore Pignatone – ha detto Marino durante un’intervista televisiva – Ad esempio: negli anni passati c’era una azienda privata che forniva il trasporto pubblico insieme all’Atac. Questa azienda ad un certo punto dice ‘vogliamo più soldì e il Comune, invece di dire ‘no, ora vediamo…’, nomina un avvocato, l’azienda nomina un altro avvocato e fanno un lodo. E in pochi giorni decidono che il Comune deve dare a questi privati 77 milioni di euro».

– Sono circa 120 gli appalti ‘sospettì finiti nel dossier che il sindaco di Roma Ignazio Marino ha consegnato oggi pomeriggio al presidente dell’Autorità nazionale dell’Anticorruzione Raffaele Cantone. Secondo quanto si apprende, i settori finiti sotto la lente d’ingrandimento del Campidoglio sono il sociale, l’emergenza abitativa e la gestione del verde pubblico. «Proprio nel sociale noi ci siamo resi conto che nel periodo 2007-2013 c’è stato un aumento statisticamente significativo delle procedure condotte su base negoziale e con affidamenti diretti invece che con bandi di gara pubblici». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino al termine dell’incontro con il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone. Il primo cittadino ha consegnato oggi pomeriggio all’Anac il dossier appalti ‘sospettì.

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