Saldi, ressa in centro ma pochi acquisti: fila solo per le griffe, la crisi morde ancora | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Saldi, ressa in centro ma pochi acquisti: fila solo per le griffe, la crisi morde ancora

– Tengono bene gli outlet (+10% a Castel Romano) e i grandi centri commerciali come Porta di Roma (+5%), meno le vie dello shopping del Tridente, invase di gente che in molti casi è tornata a casa com’era arrivata: a mani vuote. Il saldo si aggira attorno al -10% rispetto allo scorso anno. È il bilancio, interlocutorio, del primo giorno di saldi a Roma. La crisi del resto pesa sui portafogli, specie a fine anno, e al di là dei pochi fortunati e dei turisti oggi si è comprato «per necessità», spiegano i commercianti, magari un solo capo ‘importantè. «Sono andati bene per l’uomo i giacconi, i montgomery e le giacche – conferma il presidente di Federmoda Roma e Lazio (Confcommercio) Massimiliano De Toma – mentre per la donna la maglieria e i piumini». Quello della marca più celebre della piuma d’oca, in effetti, è uno dei pochi negozi del centro che stamane poteva vantare una coda, a parte qualche ‘classicò di Campo Marzio e poche altre griffe internazionali. Per il resto, folla – tanta – in strada, ma non nei negozi dove elegantissimi commessi si sono guardati a lungo l’un l’altro tra i divanetti deserti, imbarazzati a rispondere ai cronisti («Non posso rilasciare dichiarazioni» si è schermito il caporeparto di un big del made in Italy). Più esplicita la commessa di un marchio sportivo: «L’anno scorso a quest’ora avevamo venduto di più». Coda invece per una nota marca di scarpe casual, a piazza di Spagna. Conto medio alla cassa: 200 euro circa. Reggono bene ma senza calca le grandi catene pret-a-porter spagnole, americane e nordeuropee. Soffrono invece un pò gli accessori. Difficile in ogni caso trovare chi passeggi con più di una busta. «Sono qui solo per curiosità – afferma una donna anziana al Corso – ma non credo acquisterò nulla». Una famiglia, a due passi da Montecitorio, gira invece con una serie di pacchi: «Abbiamo comprato qualcosa in più, grazie agli sconti: giubbotto, scarpe, maglioni». Hanno speso circa 280 euro: sono nella media di previsione dei commercianti. Sfonda invece serenamente il tetto, con due sciarpe firmate che da sole costano 570 euro, una ragazza di fronte a una vetrina del lusso, pronta ad acquistare anche «un cappotto e le scarpe: non ho problemi di budget». Ma per il resto è crisi: «C’è il mutuo e abbiamo pagato le tasse di dicembre» lamenta una giovane coppia a via Condotti. Hanno in mano solo un pacchetto di biancheria intima. «Io ormai compro solo su internet, costa meno – afferma Piero, 32 anni, davanti alla libreria di Galleria Alberto Sordi – qui vengo solo a farmi una idea». «La presenza c’è, ma il saldo ancora non ha ‘presò – lamenta il presidente di Confesercenti Roma Valter Giammaria – ma era prevedibile: sono 15 giorni che di fatto nei negozi sono iniziati gli sconti. È stata una partenza non entusiasmante, specie dopo il dicembre più nero degli ultimi 30-40 anni». Nei centri commerciali, invece, la situazione è più rosea. Circa 100 mila le presenze a Porta di Roma, fa sapere il direttore Filippo de Ambrogi, +5% rispetto allo scorso anno, tanto da creare ingorghi sul Gra. Lunghe code anche sulla Pontina per l’assalto all’Outlet di Castel Romano, il cui parcheggio era pieno dal mattino: «L’affluenza è in crescita del 10% rispetto allo scorso anno» spiega il direttore Sergio Gnani.

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