Eur spa, in corso la due diligence. Marino-Padoan: "Palazzi storici non in vendita". Per il centro congressi servono 170 milioni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Eur spa, in corso la due diligence. Marino-Padoan: “Palazzi storici non in vendita”. Per il centro congressi servono 170 milioni

Trentasette, invece, sono i milioni di anticipo con la procedura d'accesso appena avviata

– No alla vendita a privati dei palazzi storici dell’Eur spa, come l’Archivio Centrale dello Stato o il Museo Pigorini. Dopo lo stop del ministro Dario Franceschini, è questa la linea emersa dopo un incontro tra il ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan e il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Entrambi, infatti, hanno condiviso «la convinzione e la determinazione a tutelare il patrimonio monumentale nel portafoglio di Eur SpA di preminente interesse storico e culturale per il Paese» e la necessità di terminare rapidamente i lavori del nuovo centro congressi della Capitale, l’ormai famosa ‘Nuvolà progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas. Per far questo, da parte di Eur Spa, servono ancora «circa 170 milioni, di cui 37 da soddisfare mediante ricorso ad una anticipazione finanziaria del ministero dell’Economia», ha spiegato Padoan durante il question time alla Camera. «Il percorso» per il «superamento dell’attuale situazione di crisi, prevede innanzitutto l’erogazione di un’anticipazione di liquidità per un’ammontare di circa 37 milioni di euro. La procedura di accesso alla liquidità – ha annunciato – è stata attivata». È stata quindi messa da parte l’ipotesi di vendita ai privati di quattro edifici storici (tre musei e l’archivio centrale dello stato), esempi di quell’architettura razionalista che caratterizza il quartiere dell’Eur edificato negli anni Trenta, decisa lunedì scorso da Eur Spa. Resta invece la possibilità di alienare altri immobili, ma non storici, di proprietà della società (al 10% del Comune di Roma e al 90% del Ministero dell’Economia). E per questo è in corso una due diligence sull’intero patrimonio immobiliare societario. «L’Eur spa ha immobili per oltre un miliardo di euro, tra questi anche immobili non particolarmente di pregio come uffici – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo -. È già accaduto in passato che la società abbia fatto vendite o valorizzazioni. Il nodo, dunque, non è vendere palazzi storici che non si possono vendere, ma essere impegnati tutti per far sì che l’Eur diventi la piattaforma nazionale per il turismo congressuale – l’unico turismo che porta ricchezza vera e posti di lavoro – e si rafforzi come polo museale di eccellenza. Poi nell’ambito della ristrutturazione societaria si potrebbero inserire anche i suoi immobili in un fondo pubblico». Padoan e Marino hanno concordato anche sulla necessità che la società disponga di un piano industriale che includa il lancio del turismo congressuale utile a incrementare la competitività di Roma Capitale. «In questo contesto – la loro posizione – si inserisce il rapido completamento della costruzione della Nuvola». In ogni caso, per definire nel dettaglio i passi successivi, Ministero e Roma Capitale hanno deciso di avviare un tavolo di lavoro comune. Rimane in piedi anche l’ipotesi di un fondo pubblico in cui conferire i palazzi della società, che verrebbero in qualche maniera acquistati dallo Stato. Sul cantiere infinito della ‘Nuvolà però indaga, da tempo, anche la Corte dei Conti. Per il presidente del municipio IX (Eur) Andrea Santoro «i ritardi e la poca trasparenza che contraddistinguono la gestione delle opere infinite sono il sintomo evidente di un cattivo impiego dei fondi pubblici e dello sfruttamento del territorio che merita l’approfondimento della magistratura».

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