Bilancio 2015, lunedì vertice di maggioranza. Sel: "Manovra dal valore nazionale" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bilancio 2015, lunedì vertice di maggioranza. Sel: “Manovra dal valore nazionale”

Domani vertice in Campidoglio tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e la sua maggioranza sul bilancio 2015 che sta per arrivare in assemblea capitolina per l’approvazione finale. E Sinistra Ecologia e Libertà, secondo partito ‘azionistà della maggioranza, arriva al tavolo di domani dopo lo ‘strappò sul voto della delibera che prevede la vendita degli immobili di proprietà del Comune. L’astensionismo di tre consiglieri comunali di Sel non è stato tanto digerito dal primo cittadino che proprio ieri aveva detto al partito dei vendoliani: «Scelga da che parte stare». Intanto il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola, alla vigilia del vertice, avverte: «La questione della manovra di bilancio di Roma Capitale deve assumere carattere nazionale».  «La questione della manovra di bilancio di Roma Capitale deve assumere carattere nazionale». Così il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola alla vigilia del vertice sul bilancio 2015 tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e la sua maggioranza. Nei giorni scorsi Sel aveva sollevato perplessità e lanciato il suo Sos su un bilancio «con 310 milioni di minori entrate e tagli soprattutto al sociale, -40% totale tra spese correnti e mancati trasferimenti, e alla cultura dove si registra in particolare un -87% delle risorse per le manifestazioni culturali della città». Una manovra bollata come «dura e insostenibile per Roma», «con tagli che rischiano di far rimanere Roma in ginocchio». «Ci chiedono se siamo dentro o fuori dalla maggioranza, se votiamo o no, ma con questa manovra non è Sel che esce fuori dal centrosinistra, bensì la giunta che esce dalla città» aveva detto il capogruppo Peciola. Tra le proposte avanzate da Sel un bilancio partecipato con i cittadini, un’operazione verità sulle aziende partecipate «in difesa della dimensione pubblica di Adir e Farmacap», l’utilizzo delle nuove tecnologie per la lotta all’evasione «che permetterebbero di recuperare 200 milioni», un’accelerazione sul decentramento, l’istituzione di un’agenzia dei diritti dei cittadini, case temporanee per gli sfrattati per contrastare l’emergenza abitativa, sentinelle antidegrado per riqualificare le periferie e il recupero degli edifici abbandonati per destinarli all’edilizia residenziale pubblica.

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