Corruzione, diffondevano dati del Consiglio di Stato: due arresti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Corruzione, diffondevano dati del Consiglio di Stato: due arresti

Approfittando della loro posizione lavorativa, si sarebbero introdotti più volte nel sistema informatico del Consiglio di Stato per poi diffondere documenti riservati o che non erano ancora pubblici a vari studi legali italiani dietro compenso di denaro. Con queste accuse un carabiniere e un’impiegata amministrativa sono finiti agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata eseguita oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Roma. Nell’inchiesta sono indagati anche 20 avvocati di varie città, di cui sei sottoposti a obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’indagine è partita qualche mese fa dopo diverse denunce sporte dal Consiglio di Stato che segnalava alcuni accessi abusivi al suo sistema informatico. Procura e carabinieri del nucleo investigativo di Roma, dopo approfondimenti, hanno così individuato i due dipendenti pubblici. Si tratta di un militare dell’Arma di 39 anni e un’impiegata amministrativa di 55, che riuscivano ad acquisire indebitamente informazioni e documenti li fornivano ad alcuni studi legali. Per ogni ‘praticà richiedevano alcune centinaia di euro. Un ‘serviziò ormai consolidato che avrebbero fornito almeno per un anno e mezzo. I due, già allontanati dal Consiglio di Stato nei mesi scorsi, si trovano ora agli arresti domiciliari con le accuse, a vario titolo, di accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Gli studi legali che si sarebbero rivolti a loro per questo tipo di ‘favorì e perciò finiti sotto la lente degli investigatori si trovano di varie città italiane: da Roma, a Napoli, a Bari. Anche oggi sono state effettuate varie perquisizioni da parte dei carabinieri. L’attività investigativa è ancora in corso per stabilire se ci siano altre persone coinvolte.

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