Opera, Golgota: la moderna via crucis di Bartabas | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, Golgota: la moderna via crucis di Bartabas

Si chiamano Horizonte, Le Tintoret, Soutine, Zurbaran e Lautrec: sono loro, quattro cavalli e un piccolo asino, gli speciali «attori» protagonisti di Golgota, lo spettacolo che il visionario Bartabas con il suo Thèatre èquestre Zingaro metterà in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 23 al 27 luglio. Assente da Roma con la sua compagnia dal 2005, e per la prima volta al Costanzi, per quest’ultima affascinante creazione Bartabas, che ne cura regia e scene, sarà al fianco di Andrès Marin, celebre maestro del flamenco contemporaneo: i due artisti, autori delle coreografie, saranno entrambi sul palco, interpreti insieme ai cavalli di una rappresentazione magica, che fonde l’arte equestre alla danza, alla teatralità, alla musica. Uomini e animali come compagni di uno stesso viaggio tra bellezza del corpo e ricerca del divino, in uno spettacolo che, proprio a cominciare dalla musica, prende le sembianze di una moderna via crucis: nel teatro risuoneranno le musiche liturgiche di Tomas Luis de Victoria (1548-1611) e la voce del controtenore Christophe Baska, accompagnato da corno e liuto. «La ritualità del teatro è una mia ossessione: e il primo rituale teatrale creato dall’uomo è proprio quello religioso, per questo con Marin abbiamo lavorato sull’idea di una processione», ha spiegato oggi Bartabas presentando lo spettacolo, «in Golgota la percezione della musica si rivela dal silenzio che la segue». «Questa non è una grossa produzione ma un progetto personale nato dall’idea di voler portare i cavalli in teatro, perchè in uno spazio più piccolo si possono vedere da vicino dettagli impossibili da notare in un ippodromo – ha aggiunto il regista – »e poi volevo lavorare con Marin sulla musica di de Victoria. È raro ascoltare uno canto gregoriano per una voce sola: nella solitudine del controtenore che canta e nel liuto si ritrovano le origini del flamenco«. In quella che Bartabas ha definito »una messa, in cui ognuno avrà il proprio ruolo«, la rappresentazione condurrà per mano lo spettatore alla scoperta del particolare rapporto che si crea tra uomo e cavallo attraverso la costruzione di una »grammatica comune da cui poi nasce la poesia«. Nessuna stranezza per il fatto di ospitare nel tempio della lirica capitolina uno spettacolo di questa natura: »Questo non è teatro di parola, ma di visioni, danza e musica: esattamente quello che facciamo ogni giorno con l’opera«, ha detto il sovrintendente Carlo Fuortes, »il Costanzi è il luogo perfetto per ospitare lo spettacolo di Bartabas, perchè si tratta di vero teatro musicale e noi siamo onorati di averlo in contemporanea con la stagione di Caracalla«.

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