Fosso Tre Fontane, Italia nostra: "Distrutta vegetazione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Fosso Tre Fontane, Italia nostra: “Distrutta vegetazione”

«Risulta che nella mattina del 6 agosto personale del Municipio VIII si è recato nel Parco Longanesi, all’altezza della Scuola elementare di via Berto, fronte via Aldo Ballarin con mezzi e operai per eseguire – in danno nei confronti del Consorzio dei privati – quanto era stato disposto con una Determinazione Dirigenziale dal Direttore del Municipio VIII. Si doveva ripristinare l’alveo e le sponde del Fosso Tre Fontane attiguo che erano stati parzialmente distrutti insieme alla loro vegetazione ripariale nel 2014 da interramenti abusivi. Nell’unico punto di accesso all’area per eseguire il ripristino si è constatato che era stato realizzato uno sbarramento con un terrapieno di oltre 2 metri di altezza con alla sommità e alla base due recinzioni. Tutto non autorizzato dal Municipio che ha verificato ulteriore distruzione della vegetazione e copertura del fosso che è area demaniale. In tal modo è stato impedito materialmente alle maestranze del Municipio VIII di effettuare i necessari e urgenti lavori di ripristino della funzionalità idraulica». Così in una nota Italia Nostra Roma. «Si continua a non volere rispettare l’esistenza e la tutela del fosso nonostante gli ormai numerosi atti pubblici che lo certificano. Dall’Autorità di Bacino in sede di Conferenza dei servizi, dalla Regione Lazio che ha riconfermato la sua demanializzazione di acqua pubblica (vincolo d’inedificabilità di 50 metri) ed infine dal recente atto del MIBACT che ha certificato l’esistenza del vincolo paesaggistico di 150 metri di inedificabilità – si legge nel comunicato – Ormai non può essere solo il Municipio VIII ad affrontare da circa due anni questa gravissima vicenda, oggi deve intervenire un urgente presa di posizione da parte del Comune. Italia Nostra Roma, che dal primo momento ha sostenuto l’azione del Municipio, ha inviato una richiesta all’Assessore alla Legalità e alla Trasparenza, Alfonso Sabella perché accerti quanto si sta producendo in quel sito, anche considerando quanto è stato autorizzato dagli uffici comunali e regionali negli anni precedenti».

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