Cinecittà, un quartiere incredulo dopo il funerale-show: "Uno schifo". Onoranze funebri: "Tenuti a informare il Comune" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cinecittà, un quartiere incredulo dopo il funerale-show: “Uno schifo”. Onoranze funebri: “Tenuti a informare il Comune”

La periferia di Roma non ci sta e si risveglia incredula e infastidita. Ieri il funerale show, con carrozza, cavalli e petali lanciati da un elicottero per dare l’ultimo saluto a Vittorio Casamonica. Oggi il quartiere Don Bosco-Cinecittà è sotto choc. E i residenti non usano mezzi termini per definire quanto successo ieri sotto casa loro: «È uno schifo. È stato uno schiaffo alla città». C’è sdegno e rabbia tra i romani, abitanti della zona. Se ne parla al bar, seduti al tavolino, o passeggiando nella grande piazza davanti la basilica di San Giovanni Bosco, teatro ieri mattina di un funerale in pompa magna con tanto di bara trainata da cavalli, musiche del Padrino e cartelli che celebravano lo scomparso Vittorio Casamonica. C’è chi non vuole commentare e appena sente il cognome di colui che ieri è stato salutato come il «Re di Roma» si trincera dietro un «preferisco evitare…». Altri invece sbottano: «Ieri serviva benzina e si dava fuoco a tutto – si sfoga una residente – È assurdo che continuino a succedere cose del genere. È uno schifo. Uno schiaffo alla città». «Non è la prima volta – aggiunge – Siamo abituati a vedere scene di questo tipo quando i Casamonica si sposano. Ma un funerale così non me lo ricordo dal 1986 quando morì la madre di Vittorio». «Ieri hanno bloccato tutto. Non è possibile una cosa simile – si lamenta un’altra signora – L’autobus è stato bloccato per oltre mezz’ora. Per non parlare dell’Ama. Erano subito al lavoro per pulire tutto mentre noi combattiamo ogni giorno per avere la piazza pulita. Ieri per la prima volta dopo non so quanto la piazza era pulita». E poi i residenti ricordano Piergiorgio Welby. Nel 2006 piazza Don Bosco ospitò l’ultimo saluto all’uomo diventato simbolo della lotta per il diritto all’eutanasia. Proprio davanti a quella Chiesa che negò ai familiari i funerali. E il paragone con quanto accaduto ieri viene mal digerito: «È indecente – dice un signore – Fu detto no a Piergiorgio e invece per dare l’addio ad una persona come Vittorio Casamonica si è permesso di fare tutto ciò? Non ci sono parole. Ma le istituzioni dove sono? Qualcuno poteva intervenire». Nel quartiere però c’è anche chi non vede nulla di male nel ‘funerale show’ dei Casamonica. «Se uno vuole farlo con cinquanta carrozze e se le paga che male c’è? Sò soldi sua – chiosa un abitante in romanesco – Qual è il reato? Me lo dovete spiegà. Non è mica come i politici che fanno le feste con i soldi della comunità». «È solo una persona morta – gli fa eco un suo amico – A me non ha mai fatto niente. Ci sono tante altre cose peggiori che succedono. Non capisco questa polemica. So cresciuto qua, in questo quartiere. Conosco i Casamonica. Non sono tutti come si pensa: quando sbagliano pagano. Poi ci sono tanti altri, altri nomi, che fanno altre cose. Ma come loro anche altri. Come i politici…».«Per qualsiasi funerale siamo tenuti a informare l’ufficio comunale di polizia mortuaria del Comune di competenza fornendo indicazioni su luogo e orario di partenza del feretro, luogo e orario di celebrazione della cerimonia religiosa o di commiato in caso di persone laiche, e sul luogo di sepoltura. Sta poi al Comune fare i propri accertamenti: questo vale per tutti, per il funerale di un personaggio noto, come un attore o un politico, e per il funerale di chiunque». È quanto spiega in merito alle procedure che scattano per le esequie Massimo Leoni, vicepresidente della Federazione nazionale imprese onoranze funebri (Feniof), dopo le polemiche suscitate dalla vicenda Casamonica. «Ovviamente – specifica Leone – parlo a carattere generale e non conosco i dettagli del caso accaduto a Roma. Noi per legge dobbiamo presentare la documentazione relativa al decesso con i certificati di morte. E sulla cerimonia, dobbiamo fornire le coordinate all’ufficio di polizia mortuaria. Spetta poi al Comune valutare la portata del soggetto di cui si celebra il funerale e se è prevedibile l’afflusso di molte auto e persone che necessitino l’impiego della polizia municipale, o anche assembramenti per cui si prevedano problemi di ordine pubblico. Il Comune può anche chiedere spostamenti di orario o percorso». Nel caso di Vittorio Casamonica è stata usata una carrozza. «Si tratta di un mezzo speciale il cui impiego, normalmente – prosegue Leoni – deve pure essere comunicato. Non è certo la prima volta che viene utilizzata una carrozza in occasioni di questo tipo e le ragioni possono essere le più diverse, anche il fatto che la persona scomparsa era un amante dei cavalli, per dire. Di per sè, usare una carrozza per un tratto del corteo funebre è come usarla per un matrimonio: anche il quel caso va chiesto un permesso». Diverso l’impiego dell’elicottero. «Nel mio lavoro mi è capitato di vedere anche questo. Ma qui – dice Leoni – l’impresa funebre non c’entra. Sta al singolo chiedere le autorizzazioni di rito, un pò come per i piccoli aerei che specie d’estate lanciano volantini pubblicitari. Nel caso dell’elicottero, come è avvenuto ieri, c’è da considerare che il velivolo può arrivare a volare piuttosto basso e va assicurata la sicurezza. Ma, ripeto, questo non spetta a noi. E può essere anche un amico o un familiare non stretto a richiedere l’uso di un elicottero». Quanto al parroco, «parlando sempre in generale, il sacerdote si occupa solo del rito religioso e di ciò che avviene in chiesa. Non è un caso che la banda non entri mai in chiesa, per evitare il rischio che intoni musiche non consone. Ma fuori dalla chiesa, anche sul sagrato, è suolo del Comune e il prete non può intervenire».

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