Inchiesta trans, Berlusconi non testimonia ma invia lettera: "Sconsigliai a Marino l'acquisto del video" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Inchiesta trans, Berlusconi non testimonia ma invia lettera: “Sconsigliai a Marino l’acquisto del video”

Silvio Berlusconi non comparirà come testimone nel processo a carico di quattro carabinieri infedeli accusati di aver ordito nel luglio del 2009 un complotto contro l’allora presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Nel corso dell’udienza, svolta oggi davanti ai giudici della nona sezione penale del tribunale di Roma, l’avvocato Carlo Taormina difensore di uno degli imputati ha depositato, nell’ambito di indagini difensive, alcune dichiarazioni che l’11 agosto scorso Berlusconi gli ha trasmesso in merito a questa vicenda. Si tratta di sette domande rivolte a Berlusconi da Taormina per ricostruire la storia del video in cui compare Marrazzo nel corso dell’irruzione dei carabinieri nell’abitazione del trans Natali, che era stato proposto al direttore di Chi, Alfonso Signorini che aveva ricevuto il materiale dall’agenzia fotografica Masi di Milano. Berlusconi scrive nella lettera di essere stato informato dell’esistenza del video dalla figlia Marina, a sua volta contatta da Signorini. L’ex premier ha aggiunto di non aver visto mai quel filmato e di essersi limitato ad avvertire l’allora Governatore della Regione Lazio che circolava un video che lo riguardava. «Ricordo che ero nella mia casa di Arcore e mia figlia Marina mi telefonò dicendomi che ad Alfonso Signorini, era stato offerto da un’agenzia fotografica un filmato che ritraeva l’allora governatore del Lazio, Piero Marrazzo, in situazioni imbarazzanti. Essendo sempre stato contrario all’utilizzo di siffatto materiale, le sconsigliai di acquistarlo». È quanto scrive l’ex premier Silvio Berlusconi nella lettera depositata oggi al processo per il presunto ricatto all’allora governatore della Regione Lazio. «Ritenni di avvertire il dottor Marrazzo perchè potesse intervenire nel modo che riteneva più opportuno per impedire che altri lo pubblicassero», aggiunge Berlusconi nella lettera. Berlusconi ha precisato di «non aver visionato il filmato. Ne ho avuto solo un sommario racconto da mia figlia Marina. Vi erano, a suo dire, scene attinenti a momenti di vita privata riguardanti la sfera intima, oltre che la presenza di sostanze che potevano apparire quali stupefacenti. Il filmato secondo mia figlia era molto confuso e poteva nuocere gravemente all’immagine di Marrazzo». «Ovviamente – ha scritto ancora Berlusconi – non ho posto in essere alcun approfondimento. Per quanto ne sapevo poteva trattarsi anche di un ‘falsò. Avvertii, quindi, il dottor Marrazzo perchè potesse, lui stesso, eseguire le verifiche del caso». «Non sono a conoscenza – ha concluso l’ex premier – se sia stata pagata una somma di denaro per l’ottenimento del filmato. Ricordo che mia figlia Marina mi disse che il filmato era in vendita, ma non rammento la cifra».

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