Parentopoli Ama, giudici: "Assunzioni arbitrarie". Il sindaco: "Ora licenzieremo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Parentopoli Ama, giudici: “Assunzioni arbitrarie”. Il sindaco: “Ora licenzieremo”

– «Assunzioni frutto di decisioni arbitrarie e clientelari». Così i giudici descrivono nelle motivazioni il meccanismo della «parentopoli» Ama, la municipalizzata della nettezza urbana, che il 27 maggio scorso ha portato alla condanna del’ex ad Franco Panzironi a 5 anni e 3 mesi di reclusione. Condannati anche Luciano Cedrone, ex direttore del personale; Bruno Frigerio, presidente della commissione esaminatrice; Gianfrancesco Regard, ex capo dell’area legale. Sono accusati di abuso d’ufficio e falso. Secondo i magistrati, nel caso delle 41 assunzioni, avvenute tra il 2008 e il 2009, «come appurato – si legge nelle motivazioni di circa 100 pagine – dalla pg molti degli assunti erano legati a rapporti di parentela o affinità con esponenti politici o persone a costoro vicine ed erano espressione del volere, per nulla trasparente, dell’ amministratore delegato». Tra gli assunti oltre a quello che sarebbe poi diventato il genero dello stesso Panzironi, il figlio del responsabile della segreteria degli onorevoli Gasparri e Alemanno, la figlia del caposcorta di quest’ultimo e almeno altre sei persone vicine ad ambienti della politica locale romana.

«Ora Ama dovrà procedere, come è giusto che sia e come impone la legge, ai licenziamenti». Lo afferma il sindaco di Roma Ignazio Marino a proposito delle motivazioni della sentenza della Parentopoli in Ama dove i giudici definiscono le assunzioni oggetto dell’inchiesta «clientelari e arbitrarie».«La sentenza del Tribunale penale di Roma che condanna Franco Panzironi, allora amministratore delegato di Ama spa, per falso ed abuso d’ufficio, alla pena di 5 anni e tre mesi di reclusione (insieme ad altri 3 manager) conferma quello che avevamo sempre detto», aggiunge Marino. «Ora Ama dovrà procedere, come è giusto che sia e come impone la legge nel caso di assunzioni disposte in modo fraudolento, ai necessari licenziamenti del personale cui è stato fatto stipulare un contratto di lavoro che il Tribunale ha qualificato nullo di diritto», conclude.

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