Metro A, cede un controsoffitto: tra incidenti e guasti il calvario del trasporto pubblico a Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Metro A, cede un controsoffitto: tra incidenti e guasti il calvario del trasporto pubblico a Roma

Ironia della sorte proprio ieri l'assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, aveva deciso di fare un viaggio in incognito sulla metropolitana. Invece la cronaca racconta di un'ennesima giornata di passione. I passeggeri: "Un Vietnam quotidiano"

A poco più di due mesi dall’inizio del Giubileo a Roma la metro A va ko parte della giornata. Un vano batterie si stacca da un treno in corsa, urta il rivestimento della galleria che cede in parte. Un convoglio è evacuato. E tutto questo in una delle stazioni più frequentate e nel cuore della Città Eterna, piazza di Spagna. Fumo, puzza di bruciato, paura tra i passeggeri. Poi l’ennesimo caos trasporti ed il traffico impazzito. Atac parla di «mera fatalità», l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito non le manda a dire ed è lapidario: «Siamo appesi alla fortuna, il problema infrastrutture è serissimo, servono più risorse, almeno 30 milioni» dice. Tutti temi che, ha detto anche nei giorni scorsi, vuole affrontare subito. Il prima possibile. Non appena il sindaco Marino rientrerà in sede dopo la sua trasferta americana. Perchè il Giubileo incalza. Sull’ennesimo guasto alla rete dei trasporti romana l’Atac ha avviato un’inchiesta interna su quanto accaduto. Da una prima ricostruzione si è accertato che il pacco batterie («un oggetto di due metri per uno» dice Esposito) staccatosi dal treno avrebbe urtato i pannelli di rivestimento laterali della galleria. Questi ultimi, che si sviluppano fino al soffitto, avrebbero ceduto nel tratto proprio poco prima dell’ingresso alla banchina della stazione di piazza di Spagna. «O è cedimento strutturale o il pacco batterie è stato lasciato aperto dopo una manutenzione» aveva detto a caldo Esposito. Ma più tardi Atac parlerà di «mera fatalità». Il vano batterie avrebbe danneggiato anche la copertura in due altre stazioni, Manzoni e Repubblica. Per questo il servizio dell’intera linea riprese solo nel pomeriggio, alle 15.45, dopo accurati controlli e lavori di ripristino. Nel frattempo esplode la polemica politica. Il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi ha chiesto al ministero dei Trasporti di convocare una commissione tecnica sullo stato di salute delle metro a Roma anche perchè, commenta, «se al Giubileo della Misericordia leviamo anche la metro, sarebbe interessante scoprire cosa offriamo». Le opposizioni si scatenano. «È l’immagine più emblematica della decadenza a cui la città sta andando incontro. Marino dorme sonni profondi» dice la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè mentre il leader de La Destra Francesco Storace chiosa: «Ogni giorno ce n’è una. Dopo due anni e mezzo di Giunta Marino, sarà colpa della destra? Degli Ufo? O magari di Gabrielli? O forse è il caso che una Giunta inadeguata?». Il deputato M5S Alessandro Di Battista va giù duro: «Una città lasciata volutamente nel caos per timore di una vittoria del M5S. Siamo governati da una classe dirigente che darebbe fuoco a Roma prima di lasciarla in mano al M5S. L’indignazione è tanta. Ma anche la speranza. Perchè prima o poi si voterà…». Per i sindacati è allarme rosso. Parlano di una «situazione drammatica», di «mancanza di sicurezza» e di «infrastrutture vicine al collasso alla vigilia del Giubileo». E il Codacons presenta un esposto in Procura chiedendo anche al Campidoglio una sorta di indennizzo per i romani: tre giorni di metro e bus gratis per ‘scusarsì dei disagi. E l’Atac in serata si scusa con i cittadini.

Un Vietnam quotidiano, un calvario, una prova di sopravvivenza. Gli utenti del trasporto pubblico capitolino non usano mezzi termini per definire la loro esperienza su «bus rotti, metro che non passano, linee ferroviarie che ritardano o si bloccano per il furto di rame, stazioni metro come piscine quando piove». A poche settimane dal Giubileo la rete dei trasporti romana non sembra particolarmente efficiente. L’assessore Stefano Esposito oggi, dopo l’ennesimo disagio, è chiarissimo: «Le infrastrutture sono vecchie, ci vogliono soldi: per il Giubileo sono stati già stanziati 9,3 milioni, abbiamo bisogno di altri 30 milioni». Ironia della sorte proprio ieri Esposito aveva deciso di fare un viaggio in incognito sulla metro. E dopo le notizie che arrivano da piazza di Spagna, il blocco di un tratto della linea A, il caos nelle stazioni e il traffico impazzito commenta sconsolato: «Siamo appesi alla fortuna. Questa è la situazione». I passeggeri del convoglio evacuato a Piazza di Spagna raccontano la loro esperienza. «Abbiamo sentito un rumore strano per tutta la corsa e poi il boato, abbiamo avuto paura»: quello che sentivamo era il vano batterie che aperto urtava contro il rivestimento della galleria fino a sradicare un pezzo di copertura alla stazione Spagna. «C’era una puzza di bruciato, ho pensato fosse un attentato», dice un viaggiatore. Poi, scampato il pericolo, la rabbia: «Per l’ennesima volta e non per colpa mia – si sfoga Alessandra, fuori dalla stazione Ottaviano, affollatissima di utenti rimasti a piedi – farò tardi al lavoro». È vero ci sono le navette ma esplodono. Il traffico è impazzito, i bus stracolmi, i taxi introvabili. E i disagi per i cittadini tantissimi. Quello di oggi è l’ultimo di una lunga serie di incidenti su metro e bus romani: il 5 giugno, alla fermata della linea B Eur Palasport, 21 persone erano rimaste ferite in uno scontro tra due convogli. Il 20 aprile 2014 un cavo elettrico si era staccato crollando su un convoglio della Roma-Lido in movimento, provocando un incendio sul tetto del vagone e l’intossicazione di due persone. Una linea, quella della Roma Lido, in costante sofferenza come quella della Roma-Viterbo, che subisce continui rallentamenti. A volte ci si mette anche la pioggia a complicare le cose: il 16 giugno 2014, dopo un nubifragio la tratta della linea A tra Arco di Travertino e Anagnina era stata chiusa per allagamenti e riaperta solo il giorno dopo a causa del mancato funzionamento delle pompe idrovore. Capita anche che la perizia dei macchinisti eviti il peggio. Come il 15 luglio 2014 quando un palo di acciaio di 12 metri, sprofondato durante una trivellazione, era finito sul convoglio nei pressi della fermata Flaminio della linea A che non era stato colpito in pieno grazie ala freddezza del macchinista. Vecchia anche la flotta bus. A volte i mezzi vanno a fuoco come a luglio sulla via Tiburtina, nella Galleria Giovanni XXII e in via Tuscolana. Insomma, non è una vita facile quella dei passeggeri Atac. E qualche burlone ironicamente ha anche creato una pagina Facebook tutta dedicata agli utenti del trasporto pubblico capitolino. Si chiama «Disagio Pubblico», logo e colori simili all’Atac. Slogan inequivocabile con tanto di hashtag: #FattelaAFette, in altre parole «vai a piedi».

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