Marino si prepara all'ultima battaglia: in aula per la resa dei conti con il Pd | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino si prepara all’ultima battaglia: in aula per la resa dei conti con il Pd

– L’ultimo coup de thèatre a cui sta lavorando il sindaco marziano potrebbe andare in scena in Aula Giulio Cesare. Ignazio Marino starebbe pensando di presentarsi in assemblea capitolina e portare lì la crisi politica aperta di fatto dal Pd. Una crisi ormai insanabile. Tanto che il Pd sta pensando, come extrema ratio, di far dimettere in massa i suoi consiglieri per far sloggiare definitivamente dal Campidoglio il sindaco dimissionario. «La questione ora è tutta politica» spiega il braccio destro del chirurgo dem, Alessandra Cattoi, che appunto anticipa come il sindaco stia pensando all’Aula Giulio Cesare come la sua ultima trincea. Il chirurgo insomma prende tempo, anche se il tempo stringe e glielo ricorda l’assessore dimissionario Stefano Esposito: «non c’è bisogno di ulteriori riflessioni». Ma Marino, chiuso in Campidoglio a lavorare, riflette su «un’eventuale verifica politica» consapevole forse che il Pd tanto compatto non è e che non tutti i consiglieri comunali potrebbero seguire l’ordine di Orfini di dimettersi in massa. Il commissario del partito romano infatti anche lui, come Marino, naviga in acque perigliose: nel pomeriggio la minoranza dem ha detto no ad una proroga al commissariamento del partito romano. E se accarezza l’idea delle dimissioni di massa di certo non opterà per la mozione di sfiducia al sindaco che, essendo votata a scrutinio segreto, potrebbe riservare sorprese e lasciare spazio ad ammutinamenti, spia del malessere che serpeggia nella compagine dem romana. Tutti segnali di piccole crepe che Marino intercetta e cerca di capitalizzare. «Il Pd ha detto che non c’è più fiducia e per questo si è aperta la crisi che è una crisi politica – dice ancora la fedelissima Alessandra Cattoi – La crisi non riguarda le spese di rappresentanza del sindaco, gli scontrini sono una stupidaggine Quindi credo servano una verifica ed un confronto». E l’unico luogo deputato a risolvere la situazione politica è appunto l’aula. M5S, Sel, Fdi-An sono favorevoli ad un dibattito in consiglio. Il Pd tace. Ed Esposito avverte però di non fare «regali agli avversari» riecheggiando le parole ironiche di ieri di Alfano, «Marino sta dando l’ultimo aiutino al Pd». In effetti una resa dei conti in aula, o peggio una conta, rischierebbe di lacerare ulteriormente un partito romano seriamente provato. La deadline del 2 novembre si avvicina e ormai sono in tanti a chiedersi se Ignazio Marino ci ripenserà e ritirerà a sorpresa le sue dimissioni, così come prevede la legge. «Il sindaco ha detto cose normali: la procedura è questa e io aspetto pazientemente il dipanarsi del tempo e alla fine trarremo le conseguenze», commenta intanto il Prefetto di Roma Franco Gabrielli. Mancano solo due settimane al 2 novembre, ultimo giorno di Marino sindaco. Ma la fine non è ancora scritta.

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