Farsa Capitale. Ora la capitale ha un “martire” | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Farsa Capitale. Ora la capitale ha un “martire”

ignazio-marino-dimissioni2-669x445“Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato”, Ignazio Marino circa Salvador Allende dopo aver citato Che Guevara. Sta combattendo la sua battaglia personale contro il mondo, meglio contro quel mondo che ha tramato per farlo fuori, per costringerlo a lasciare una delle poltrone più prestigiose, ma anche più difficili da mantenere, quella di sindaco della città eterna. E’ riuscito a coalizzare il Pd contro di lui, è riuscito a mettere assieme maggioranza e parte dell’opposizione, è rimasto a galla tenacemente, puntigliosamente per orgoglio, per una questione di principio. Ma si è reso ridicolo, è diventato motivo di imbarazzo mondiale e paradossalmente è stato difficilissimo strapparlo dal Campidoglio. Che Roma soffra, voglia voltare pagina, abbia bisogno di un po’ di tranquillità di ordine, di una guida autorevole, non interessa pare a nessuno, men che meno a Renzi, che sembra godere della distruzione del partito capitolino, suo avversario acerrimo. E mentre Marino fa l’eroe in pubblico, mostra il petto al nemico e i suoi sostenitori si danno appuntamento in Campidoglio per difendere e celebrare il martire, scopriamo che alla fine è stata una pedina in mano al machiavellico Renzi, un cavallo di troia per liberarsi una volta per tutte di una classe politica ostile al premier e a ciò che rappresenta. Ora il Pd capitolino, colpevole di essersi giocato una città, dovrà inginocchiarsi davanti a Palazzo Chigi e prendere finalmente ordini. Tocca ai renziani della prima e della seconda ora. Una operazione ad altissimo rischio, ma il premier si era già reso conto che la situazione era ampiamente compromessa. Toccherà a Marchini, ad un esponente del centro destra? Tutte candidature fragili, la partita non è persa in partenza. I grillini? I quattro in Campidoglio hanno fatto la loro battaglia con diligenza, non emergono come leadership, Grillo rischia seriamente di conquistare Roma. Ma potrebbe anche non farcela. In questi ultimi giorni di Marino ha giocato un ruolo fin troppo prudente. Mentre i romani volevano il sangue.

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