Palazzo Chigi e Campidoglio, stucchevole gioco delle parti - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Palazzo Chigi e Campidoglio, stucchevole gioco delle parti

plaza-campidoglioStiamo assistendo da giorni ad un imbarazzante gioco delle parti tra Campidoglio e governo, segnatamente nelle figure del sindaco Raggi e del ministro Calenda. Tra messaggi in codice e attacchi diretti, tra schermaglie incomprensibili e dichiarazioni di intenti l’opinione pubblica ha perso il filo e non capisce più chi sia il buono e chi sia il cattivo nella vicenda. Si tratta di salvare Roma, si tratta di mettere attorno ad un tavolo Comune, Governo, sindacati, forze produttive, soggetti istituzionali e trovare una via di uscita. Un piano. Calenda ha individuato già i punti sui quali agire, c’è una ipotetica road map. Ma si capisce che c’è qualche ostacolo sommerso, qualche mina. E’ un gioco di poteri. Il Movimento Cinque Stelle teme di perdere il controllo della situazione. La Raggi vuole poteri speciali (e non è richiesta irragionevoli) per governare, vuole la copertura di Palazzo Chigi per fare da sola. Vuole autonomia. Alle capitali questo privilegio è concesso, ma non a Roma. Una legge speciale? Ma il governo – leggi il Pd – non può permettersi di far fare bella figura al grillini, sarebbe una molla troppo importante per portare avanti il Movimento sul piano nazionale. Una sorta di autogol. Salvare Roma può significare perdere il controllo politico, finanziario del Paese. E’ un gioco perverso mascherato dallo stucchevole gioco delle parti cui assistiamo in questi giorni. La fatidica data del 17 ottobre, giorno dell’insediamento del “tavolo” (orribile concetto di origine sindacale) dovrebbe essere solo l’inizio di un dialogo, nulla di più. Solo Roma, solo i romani hanno interesse che si vada avanti e che si arrivi ad una fase operativa. Gli altri attori in campo puntano ad altro.

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