Roma, polemiche per la frase razzista di De Rossi ma niente prova tv | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma, polemiche per la frase razzista di De Rossi ma niente prova tv

Ancora una volta al centro della polemica, non per una reazione scomposta come in passato, ma per un insulto di stampo razzista colto dalle immagini televisive a Torino e poi rilanciato nel web tra social network e siti di tutto il mondo. Daniele De Rossi, probabilmente il migliore in campo nelle prime due uscite della Roma targata Spalletti, si ritrova sotto la luce dei riflettori a causa di un labiale («stai muto, zingaro di m….») rivolto allo juventino Mandzukic. Il fatto, per quanto deprecabile, non dovrebbe comunque costare al centrocampista giallorosso sanzioni da parte delle giustizia sportiva. La procura federale della Federcalcio, infatti, non ha inviato al giudice sportivo la segnalazione delle immagini del labiale dell’insulto. La decisione del procuratore Palazzi è motivata dal fatto che l’episodio non rientra nella casistica di competenza della procura (atti violenti che contribuiscano a modificare risultato campo o bestemmie) ma dell’arbitro. E il direttore di gara Banti, così come i suoi collaboratori, non faranno riferimento all’episodio all’interno del referto, quindi il giudice Tosel non potrà esprimersi su quanto accaduto allo Juventus Stadium. Mentre associazioni pro rom chiedono alla giustizia sportiva di intervenire («serve una sanzione almeno pari a quella inflitta a Sarri»), a commentare le parole di De Rossi sono invece stati due ex bianconeri come Zibigniew Boniek e Marcello Lippi, entrambi pronti ad ‘assolverè il mediano di Ostia. «Quando sei arrabbiatissimo in campo si dicono tante cose, una frase ti può scappare, ma non è razzismo. Ai miei tempi qualche volta mi dicevano lavavetri – ricorda Zibì, oggi alla guida della Federcalcio polacca – Una volta c’erano meno telecamere, ma soprattutto la gente in campo era diversa. Se c’era qualcosa da chiarire lo si faceva nel tunnel degli spogliatoi a fine partita, e tutto si chiudeva lì. Oggi è diverso, ci sono i giornalisti. Quando vuoi offendere qualcuno cerchi il suo punto debole, ma sbollita la rabbia della partita è tutto finito. Ora andare là a cercare e a verificare un labiale di De Rossi, non è razzismo. E Mandzukic in campo è stato un rompiscatole, ha alzato il gomito e secondo me l’ha fatto apposta». Simile la spiegazione-giustificazione dell’ct campione del Mondo, che in Germania nel 2006 si trovò a fare i conti con una delle reazioni eccessive di De Rossi (gomitata con gli Usa, cartellino il rosso e quattro giornate di squalifica ): «Quando sei in tensione e nervoso ti scappano certe frasi, che a mente lucida non diresti mai – le parole di Lippi -. Io stesso, quando ero sui campi, chissà quanto volte ho mandato a quel paese qualcuno, magari con parole volgari».

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