Bertolaso incassa le gazebarie ma è caos nel centrodestra: "Stop ticket". Meloni: "Pronta a candidarmi", Berlusconi non lo molla | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bertolaso incassa le gazebarie ma è caos nel centrodestra: “Stop ticket”. Meloni: “Pronta a candidarmi”, Berlusconi non lo molla

Circa 50mila votanti nei gazebo sul referendum per l'ex capo della Protezione civile: incassa il 96,7% dei 'sì' ma Salvini lo boccia e la leader di FdI pensa al Campidoglio

– Il giorno dei 50mila per Guido Bertolaso sindaco di Roma è anche l’ennesimo giorno di caos nel centrodestra. Un caos che ha nella ‘caput mundi’ il suo snodo cruciale ma che rischia seriamente di propagarsi per tutta la penisola, in città come Torino o Bologna, frantumando l’alleanza Fi-Lega-Fdi. Le distanze tra i tre partiti, ad una manciata di ore dalla chiusura delle gazebarie appaiono infatti invariate, con Silvio Berlusconi anche oggi fermissimo nel sostenere l’ex numero uno della Protezione Civile, Matteo Salvini più che mai convinto nel bocciarlo e Giorgia Meloni nella posizione forse più delicata: pronta a candidarsi con l’appoggio leghista ma ancora legata a Bertolaso e alla volontà dell’ex premier. Anche perché, quella soluzione del ticket Meloni-Bertolaso, con la prima sindaco e il secondo city manager pronto a subentrarle nelle settimane a cavallo della nascita del suo bambino è, al momento, lontanissima: «Il ticket è improponibile, non faccio operazioni per conto di altri», afferma Bertolaso assicurando di poter andare avanti anche senza Salvini, chiedendo di anticipare a fine aprile le elezioni e annunciando i quasi 50mila votanti (con il 96,7% dei sì) stimati dopo due giorni di consultazioni: «per difetto la stima è di 45-48mila votanti». Numeri, che però, non placano le tensioni. «Bertolaso è uomo del fare, quando arriverà un politico e mi dirà voglio andare al suo posto gli riderò in faccia e gli dirò ‘dove vuoi andare che non sei neanche capace di amministrare un’edicola’», sono le parole, in mattinata, dell’ex Cavaliere da un gazebo del Portuense. «Io non sto con chi aiuta gli zingari, se Meloni decidesse di candidarsi la sosterremmo», replica, in serata, Matteo Salvini preceduto proprio dalla leader di Fdi che chiede, per domani, «un incontro risolutivo» con i suoi alleati e mette «come gesto di amore e responsabilità, a disposizione la sua candidatura». E nelle parole di Meloni si intravede la pressione che, in queste ore, la leader di Fdi sta subendo. «Se Bertolaso riesce ad unire il centrodestra e a vincere le perplessità di alcuni saremo con lui, come lealmente abbiamo fatto dall’inizio», premette Meloni precisando di aver contribuito ai risultati delle gazebarie. E, non a caso, in mattinata la presenza, con Bertolaso, del capogruppo Fdi Fabio Rampelli al gazebo di Piazza Bologna aveva fatto pensare a un accordo vicino, magari proprio sulla formula del ticket. Invece, quella di oggi, è ancora la giornata dello scontro e da ambienti leghisti si dà perfino per improbabile, per domani, l’incontro a tre: segno di una soluzione difficile e lontana. E, non caso, Berlusconi in mattinata allargava il perimetro delle tensioni, affermando che a Bologna (dove da mesi la Lega ha lanciato Lucia Borgonzoni) e a Torino la ricerca di un ‘candidato del fare’, è ancora «aperta». E non lesinava un nuovo attacco agli alleati: in passato «spesso me li sono trovati, ma non li avrei mai assunti in una mia azienda». Domani si tenterà un’ultima mediazione che non esclude, nonostante lo stop di oggi di Bertolaso, neanche l’ipotesi ticket. Ma il ‘patto di Bologna’ di novembre, oggi, appare già lontanissimo. – Guido Bertolaso fa l’en plein alle ‘gazebarie’. Incassa il sì del 96,7% dei «quasi 50 mila romani votanti», secondo la stima presentata dallo stesso candidato sindaco del centrodestra. Che ora punta dritto al Campidoglio. «Possiamo andare avanti anche senza Salvini», tuona l’ex capo della Protezione civile, che esclude un ticket con Giorgia Meloni – «improponibile» lo definisce – e si dice «molto preoccupato» per la situazione della Capitale, dal degrado al problema buche. «Il governo dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza», afferma. E lancia un appello a Palazzo Chigi per anticipare le comunali, a fine aprile o inizio maggio, ipotizza. La ‘prova gazebo’ di Bertolaso è terminata oggi alle 13.30 quando hanno chiuso i banchetti voluti da Silvio Berlusconi per una sorta di ‘referendum’ sulla candidatura del suo ex sottosegretario. Anzi, qualche banchetto ha ‘sforato’ con gli orari: alcuni seggi hanno dovuto prolungare l’apertura a causa delle numerose persone ancora in fila che desideravano esprimere la loro opinione, spiegano dal comitato Bertolaso. Fatto sta che alla due giorni di ‘gazebarie’, secondo gli organizzatori, hanno partecipato quasi 50 mila romani. «Siamo contenti, ci scusiamo per i disguidi ma la macchina organizzativa nel complesso credo abbia funzionato in modo egregio» commenta Bertolaso durante una conferenza stampa nel tardo pomeriggio per snocciolare i primi numeri della consultazione: le cifre, non ancora definitive, parlano del 96,7% dei votanti a favore della sua candidatura. Il 3,3% appena avrebbe invece votato no. «I cittadini hanno risposto con entusiasmo e con grande vivacità a questa nostra chiamata. Un risultato straordinario» commenta Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. Ma c’è chi non crede alle cifre fatte circolare: «Basta Balle – dice il coordinatore del Lazio dei Conservatori e Riformisti, Luciano Ciocchetti – Con i dati dichiarati da Bertolaso e da tutta Forza Italia, che indicano un voto ogni 1,20 minuti, credo che si voglia proprio prendere per i fondelli i cittadini della Capitale». E dopo il valzer dei numeri sull’affluenza di ieri oggi c’è chi continua a far notare che chi ha votato ai gazebo non è stato registrato. «Il documento d’identità è stato preso. In molti casi è stato registrato in altri no. Non avevamo imposto una regola ferrea», replica Bertolaso. Un comitato di cittadini della borgata Morena sostiene, con delle foto, di aver trovato vicino a dei cassonetti un pacco con circa 800 schede votate «che esprimevano chiarissimamente un giudizio negativo per quanto riguarda la candidatura», insomma tutte croci sul ‘no’. Anche oggi Silvio Berlusconi è sceso in piazza per appoggiare il suo candidato. «Se i numeri dicono che è venuto ai gazebo circa l’1% dei romani, abbiamo il 99% dei romani al quale comunicare cosa noi proponiamo per risolvere i problemi di Roma», ha detto l’ex Cavaliere. Per il quale Bertolaso é l’unico che può vincere le elezioni, anche al primo turno.

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