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Dai Radicali raccolta firme per referendum su Olimpiadi 2024


Perchè si tenga la consultazione popolare servono 28683 firme. Per il segretario Riccardo Magi si tratta “di una battaglia di democrazia. Il dossier della candidatura è “zoppo” e “pieno di incongruenze”

referendum olimpiadi 2024E’ partita oggi la raccolta firma voluta dai Radicali per chiedere un referendum cittadino sulla candidatura di Roma a ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. L’iniziativa è stata presentata questa mattina a largo di Torre Argentina con una conferenza stampa del segretario nazionale dei Radicali, Riccardo Magi. Affinché si tenga la consultazione popolare è necessario raccogliere in tre mesi 28683 firme, pari all’1 per cento della popolazione residente. Il quesito referendario recita: “Siete voi contrari alla candidatura della città di Roma ai XXXIII Giochi Olimpici e ai XVII Giochi Paralimpici del 2024 espressa con la mozione dell’Assemblea Capitolina del 25 giugno 2015 ed attuata con i conseguenti provvedimenti sindacali?”. “E’ una battaglia di democrazia e di partecipazione – ha esordito Magi – I referendum cittadini devono diventare uno strumento per consultare i cittadini sulle questioni più importanti”. Magi ha poi ripercorso le tappe che hanno portato a questa richiesta di referendum: “Noi volevamo che fosse il sindaco a chiederlo, ma non fu possibile perché eravamo gli unici a chiederlo, quindi siamo passati per la via popolare. Nel gennaio scorso, quando ancora non erano note le candidature a sindaco, abbiamo lanciato questa iniziativa. Se fosse stato per noi il referendum si sarebbe fatto un anno fa o comunque ora saremmo a metà della raccolta firme ma solo ieri il Comune ci ha dato la possibilità di iniziare. Per questo, essendo costretti a raccogliere le firme ad agosto e non a maggio, giugno e luglio come previsto, abbiamo in corso un esposto al Tar e una richiesta di danni nei confronti dell’amministrazione, non si stanno danneggiando i Radicali ma il diritto dei cittadini romani”. Parlando del dossier sulla candidatura di Roma, Magi sostiene che ci sono “forti incongruenze” e che si tratta di un “dossier molto zoppo” e di una “candidatura debole”. “Noi non siamo prevenuti – ha aggiunto – non crediamo che sia un fatto negativo o da respingere ma crediamo che si debba aprire un dibattito pubblico”. Magi ha espresso dubbi anche sulle possibilità future, a partire dai posti di lavoro che non si potrebbero quantificare in 170mila come sostenuto da alcuni negli scorsi giorni: “Quei numeri sono la somma dei posti di lavoro che si creano anno per anno, non si possono sommare perché in parte sono sempre gli stessi in quanto sono posti di lavoro annui”. “Poco chiara”, secondo Magi, è anche la “riconversione delle strutture di Tor Vergata” che verrebbero utilizzate per le Olimpiadi.

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