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Raggi assolta dal reato di falso, sindaca in lacrime

Assolta per non aver commesso il fatto. Così il giudice del Tribunale di Roma Roberto Ranazzi dopo essere uscito dalla camera di Consiglio  ha sentenziato nei confronti della sindaca di Roma, Virginia Raggi, imputata per falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele, a capo del Dipartimento Turismo di Roma capitale. L’accusa, il Pm Paolo Ielo, aveva chiesto per Raggi una condanna a 10 mesi. Il verdetto fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il Movimento Stelle che guida l’amministrazione della Capitale dal 2016.

Se ieri la Procura di Roma aveva parlato di prove dirette e convergenti, la difesa di Virginia Raggi oggi ha detto il contrario. «Mi dispiace contraddire il dottor Ielo – ha detto l’avvocato Pierfrancesco Bruno – ma questo non è un processo con prove dirette, ma è un processo a base indiziaria. Questo non significa che sia meno pregiato, ma noi riteniamo di dimostrare che gli indizi non portano dove dice la Procura». La difesa ha poi parlato di un atteggiamento ondivago della Procura: «L’impostazione dell’accusa era basata su tutta una serie di elementi che sono cambiati con l’incedere del procedimento», ha sostenuto Bruno. Inizialmente – sostiene la difesa – l’abuso di ufficio costituiva il logico presupposto al falso.

Roma - 10 novembre 2018- Raggi assolta dal reato di falso ideologico dal tribunale di piazzale Clodio

Roma – 10 novembre 2018- Raggi assolta dal reato di falso ideologico dal tribunale di piazzale Clodio

«Le due fattispecie erano una finalizzata a tesaurizzare le conseguenze dell’altro reato», ha detto Bruno. Poi però per l’abuso è stata chiesta l’archiviazione «e dunque, ci sono stati progressivi aggiustamenti del tiro dell’accusa». Questa premessa è servita alla difesa della sindaca per smontare il primo movente sostenuto dalla procura: la difesa di Marra «chiave della macchina amministrativa». «Il falso – ha detto Bruno – è diventato così un tentativo di protezione compiacente o almeno reticente dal reato di abuso da Marra ed è diventato l’argomento preponderante, l’automatica prova e uno dei due moventi per il falso che avrebbe commesso la sindaca».

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