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La casa di vetro della Regione Lazio? Addio Filas, ma non l’Istituto per le Ville Tuscolane

AssoTutela, la Regione Lazio: taglio per 5 società ma non per l’Irvit. L’anomala gestione delle ville aperte solo tre giorni l’anno per i cittadini, mentre non si sa nulla dei costi del commissario straordinario e della scatola cinese SpA Colline Romane Turismo, altra società della Provincia di Roma. Ancora una volta nessuna informazione sui costi dei due carrozzoni da parte del presidente Zingaretti. Eppure la trasparenza dell’amministrazione era stata la promessa numero uno per essere eletto

Nicola Zingaretti e le sue promesse di trasparenza amministrativa della Regione Lazio

Nicola Zingaretti e le sue promesse di trasparenza amministrativa della Regione Lazio

«Un altro dei misteri di via della Pisana: tra le società dipendenti dall’ente territoriale – 44 per l’esattezza – esiste anche lo sconosciuto Istituto Regionale per le Ville Tuscolane, nato con la legge numero 43 votata dal Consiglio il 6 novembre 1992, che dovrebbe favorire e assicurare la conservazione, la valorizzazione, la più idonea utilizzazione e la migliore conoscenza di tale patrimonio artistico e dei relativi parchi e giardini».

E’ quanto sostiene Michel Emi Maritato, presidente di AssoTutela, che si domanda quanti siano i cittadini che conoscono o hanno visitato le dieci ville: Aldobrandini, Falconieri, Lancellotti, Sora, Torlonia e Tuscolana a Frascati, Villa Mondragone e Taverna a Monteporzio Catone o villa Grazioli e villa Muti a Grottaferrata.

«Ti accorgi della presenza del fantomatico Istituto – afferma Emi Maritato – soltanto da una targa, neanche troppo vistosa, in via Marcantonio Colonna, nel prestigioso quartiere Prati, dove l’ente ha la sua sede, in un palazzo d’epoca». E si chiede (come un comune cittadino si chiederebbe): «Quanto costa ciò ai contribuenti? Quanto personale è impiegato negli indefiniti compiti di valorizzazione e conoscenza?».

Sorpresa. «Scopriamo, con una veloce ricerca», prosegue il presidente di AssoTutela, «che le visite alle ville – aperte più o meno tre giorni l’anno nel mese di maggio – sono affidate alla SpA Colline Romane Turismo, società consortile a capitale misto pubblico privato costituita nel febbraio 2000 dalla giunta Badaloni, con tanto di presidente e Consiglio di amministrazione». Un sistema, a quanto pare, di scatole cinesi sulle quali Emi Maritato invita l’assessore alla Cultura, Lidia Ravera e il presidente Zingaretti, a riflettere. O, meglio, a giustificare il carrozzone Irvit pagato con le tasche dei contribuenti del Lazio

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