Multe via twitter, Rienzi (Codacons): “Solo fumo negli occhi” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Multe via twitter, Rienzi (Codacons): “Solo fumo negli occhi”

Carlo Rienzi

Carlo Rienzi

«Fumo negli occhi, un palliativo per chi non ha voglia di lavorare; o, se vogliamo essere più generosi, una misura utile ma largamente insufficiente». Così l’avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, giudica l’iniziativa delle multe dopo la segnalazione con foto via twitter dei cittadini, decisa dalla polizia municipale di Roma Capitale. «È senz’altro giusta, ma serve a poco. A Roma il parcheggio in divieto di sosta, in curva, in doppia fila, davanti a un passo carrabile o a un accesso pedonale, è quasi la regola. Se i vigili urbani volessero, potrebbero elevare migliaia di multe ogni giorno, senza bisogno di segnalazioni ricevute dai cittadini: basta andare in strada». Ricorda Rienzi: «Noi lo facevamo già da anni. Va precisato che non c’è neanche bisogno della verifica successiva alla segnalazione, perchè la violazione del Codice della strada è un reato che chiunque può denunciare testimoniandolo: basta una dichiarazione firmata con la foto allegata. I vigili possono limitarsi a ricevere la denuncia e fare il verbale; poi chi fa la denuncia se ne assume la responsabilità, ove fosse falsa, rispondendone contro chi fa opposizione. Certo – ammette – questo può essere indubbiamente un fastidio». Proprio per questo motivo, «noi come associazione abbiamo fatto una campagna contro la sosta in doppia fila, partendo però proprio da questo principio di legge: è sufficiente la denuncia con testimonianza per elevare la multa al contravventore». Ma per il presidente del Codacons, «il vero deterrente sarebbe quello di girare anche con poche pattuglie di vigili in tutti i quartieri, con un sistema a rotazione casuale fra strade segnalate in un elenco, un giorno in una via un giorno in un’altra, a sorpresa. Tempo un paio di mesi, avremmo risolto il problema della doppia fila e del divieto di sosta a Roma, come altrove».

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